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festa all’olimpico

Quattro gol della Roma a un’Inter convalescente

I giallorossi hanno gestito la partita senza soffrire troppo. Nel finale rete gioiello di Pjanic

01 dicembre 2014
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ROMA4

INTER2

ROMA (4-3-3): De Sanctis 6; Maicon 6, Manolas 6, Astori 6, Cholevas 7; Pjanic 7.5, Keita 6 (18’st De Rossi 6), Nainggolan 6.5; Gervinho 7, Totti 6 (39’st Iturbe 6), Ljajic 6.5 (18’st Florenzi 6.5).
All. Garcia 6.5.

INTER (4-3-1-2): Handanovic 6; Campagnaro 5.5, Ranocchia 6.5, Juan Jesus 6, Dodò 5.5 (37’st Icardi sv); M’Vila 5 (22’st Kovacic 6), Medel 6 (37’st Obi sv), Kuzmanovic 5.5; Guarin 6; Osvaldo 6.5, Palacio 5. All. Mancini 5.5.

ARBITRO: Mazzoleni di Bergamo 6.

RETI: 21’pt Gervinho, 36’pt Ranocchia; 2’st Holebas, 12’st Osvaldo, 15’ e 47’st Pjanic.

NOTE: serata piovosa, terreno in buone condizioni, spettatori 50.000. Ammoniti: Ranocchia, Keita, Palacio, Guarin. Espulso al 16’st Mancini per proteste.

ROMA

Dopo la prova balbettante di Bergamo, dopo la follia di Mosca, la Roma trova la vitamina Inter per cercare di tornare un pò in salute e rimanere in scia della Juve che appena due ore prima aveva portato a 6 i punti di vantaggio in classifica. Roma-Inter è il solito festival del gol (finisce 4-2) ma vale più dei tre punti in palio: per i giallorossi significa continuare a flirtare con la testa della classifica ma soprattutto rappresentano il tonico giusto in vista della sfida Champions con il Man City il 10 dicembre. Per l'Inter, dopo il brodino del derby, sarebbe il giusto toccasana dopo lo choc del cambio panchina. Mancini scende però all'Olimpico più che per giocarsela, per cercare di non prenderle: il talento di Kovacic è relegato in panchina in favore dei muscoli di M'Vila e Medel a disegnare una linea mediana tutta muscoli e tanta grinta, dietro al polemico Osvaldo che vince il ballottaggio con Icardi. Garcia non cambia di una virgola e sceglie la fantasia con Ljajic e Gervinho dietro Totti e ancora una volta Destro e Iturbe a scaldare la panchina. Nel turnover di centrocampo a restare fuori stavolta è De Rossi, con Keita in cabina di regia. Col senno del poi la ricetta giusta risulta quella del francese che pure deve aver sudato non poco nella serata equatoriale romana con vento di scirocco e pioggia fitta. Due gol, uno per parte (il ritrovato Gervinho e Ranocchia) non bastano a regalare emozioni nella prima parte di gara che vive solo di possesso palla e zero guizzi. La ripresa parla invece di un'altra partita: accende la miccia Holebas con una giocata degna di CR7, affondo, doppio dribbling e palla nel sette, risponde dopo pochi minuti il reietto Osvaldo che bissa il zitti tutti di sei mesi fa con la maglia della Juve e sigilla Pjanic, fino ad allora anonimo e incolore, che segna il gol che non riuscì a fare nella stessa porta ad Handanovic in primavera e che magari avrebbe potuto scrivere un'altra storia. Sarà sempre lui, allo scadere, a regalare un'altra magia su punizione per l'ennesimo festival del gol tra Roma e Inter. La quale resta una squadra incompiuta: al di la della difesa a 4, Mancini non riesce a far quadrare il cerchio e paga pegno anche lui, espulso da Mazzoleni per proteste.

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