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Un Banco che ha cuore e carattere

di Roberto Sanna
Un Banco che ha cuore e carattere

A Novgorod e Pistoia due partite che si sono risolte all’ultimo tiro ma la vittoria in Toscana è di quelle che valgono doppio

21 ottobre 2014
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PISTOIA. Sempre all’ultimo tiro. E sempre per allungare la partita al supplementare. Alla fine le sorti della Dinamo questa prima trasferta lunga sono state decise sulla sirena, anche se in partite totalmente diverse anche come andamento. Alla fine il bilancio di una vinta e una persa ci può stare, magari, ma Meo Sacchetti ha rifiutato il paragone tra le due situazioni, vincere in Euroleague a Novgorod avrebbe avuto qualcosa in più per il prestigio e anche per il proseguo della manifestazione. Però non si può scegliere e vincere al PalaCarrara una partita come quella di lunedì è tutt’altro che un ripiego.

Le costanti. “Adesso siamo questi” è stato per due volte il commento del coach biancoblù. Significa che i punti dove intervenire per migliorare sono nitidi. Il Banco di solito parte benissimo, poi “aiuta” gli avversari a rientrare. E del resto non è possibile uccidere le partite già nel primo quarto, prima o poi è lecito aspettarsi una reazione. Il problema è che consentendo agli avversari di rientrare in fretta, di fatto le partite si sono trovate di nuovo in equilibrio con tanti minuti da giocare e l’inerzia rovesciata. La Dinamo, una volta concesso un parziale negativo, non riesce poi a ritrovare la stessa continuità e intensità e alla fine i match si trascinano a ondate fino alla volata finale. Dove può succedere di tutto e infatti è già successo di tutto: Dyson ha sbagliato un sottomano intorcinandosi per motivi noti a lui solo, il tiro di Cinciarini sembrava dentro e invece uscito. A Novgorod il Banco avrebbe forse meritato qualcosa in più perché quel +19 era frutto di un basket fantastico, a Pistoia ha meritato di vincere perché alla fin fine ha sempre fatto la partita.

Il carattere. Dopo un viaggio come quello per Novgorod e una sconfitta così amara, andare a vincere a Pistoia una partita sempre punto a punto non è roba da poco e non è per tutti (anche senza le fatiche del viaggio). Di questo va dato atto, poi ci sono alcuni aspetti tecnici chiari a tutti. Però la partita di lunedì l’ha vinta il gruppo, non ci sono stati exploit dei singoli. Mancava Sanders, si è infortunato Devecchi, alla fine Sacchetti davanti agli assalti avversari si è inventato un quintetto piccolo con tre attaccanti (Dyson, Logan e Sosa) in campo insieme. Ed è stato ripagato da una giocata difensiva di Dyson.

L’azione decisiva. Il pubblico pistoiese ha gridato “ladri” ai biancoblù, contestando l’azione nella quale Dyson ha rubato a Williams la palla del match. A parte che l’arbitraggio è sembrato più punitivo sul versante Dinamo (tre falli tecnici non sono pochi), rivista in tv l’azione del contatto sembra il classico “non fischio” (come è effettivamente accaduto). Si può discutere se poi cadendo Dyson abbia commesso o meno infrazione di passi, ma il gm Pasquini fa notare che i 24’’ a quel punto erano comunque scaduti. E infatti il coach di casa Paolo Moretti non ha nemmeno nominato l’episodio.

Le statistiche. Due giornate sono poche. Però spicca il fatto che la Dinamo, cambiando tanto, senza un playmaker puro e con due guardie che sanno fare canestro (e non disdegnano), con tanti giocatori nuovi, resti comunque in vetta alle “sue” voci statistiche: punti segnati, tiri da due, assist. La squadra biancoblù è anche seconda nel tiro da tre e prima nei recuperi. Quest’ultima voce è figlia della nuova impostazione, della sua aggressività iniziale. L’impostazione resta, alla fine, adesso bisogna rifinire i particolari. Con la sensazione che i margini di miglioramento siano comunque parecchio ampi.

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