La Nuova Sardegna

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Il Banco si prepara al grande show

di Roberto Sanna
Il Banco si prepara al grande show

Sardara: «Una bella opportunità, vogliamo essere all’altezza». Pasquini: «Ogni partita è come una prima a teatro»

27 giugno 2014
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SASSARI. «Assistere a una partita di Euroleague è come andare a una prima in teatro, ti rendi immediatamente conto di essere al top di tutto, sportivo e organizzativo, è davvero tutta un’altra aria». Il ds Federico Pasquini descrive così l’avventura che attende il Banco il prossimo autunno, avventura che la società biancoblù affronterà «col giusto mix di responsabilità ed entusiasmo, perché ci è stata concessa una grande opportunità e vogliamo essere all’altezza» aggiunge il presidente Stefano Sardara.

Grande palcoscenico. Meglio dell’Euroleague non c’è niente, per un paragone all’altezza bisogna andare ai playoff Nba che però sono una cosa completamente diversa. La sfida è di quelle toste ma è anche vero che la Dinamo in questi anni è andata a cercarsela, mettendo ogni giorno un mattone: «Il nostro è stato un bel percorso sportivo e non – aggiunge Sardara –, dobbiamo ora dare il massimo perché saremo valutati per il nostro livello complessivo. Noi partecipiamo con l’obiettivo di fare bella figura, puntiamo a non arrivare ultimi nel girone. Se è realistico pensare di andare avanti visto che passano il turno quattro su sei? Onestamente parlarne adesso è troppo presto, non conosciamo nemmeno la composizione dei gironi, sarebbe come tirare in aria una monetina». Euroleague potrebbe anche significare avere intrioti aggiuntivi: «Sulla faccenda del milione di dollari in palio per il passaggio del turno non so dirvi nulla di preciso, è una specie di leggenda metropolitana che gira e devo verificare. Idem sui diritti tv. Ci vedremo tutti il 9 luglio, alla vigilia del sorteggio, e saprò dirvi qualcosa di preciso».

La squadra. Una Dinamo da rifondare in chiave Eurolega. Il compito di Pasquini non è dei più semplici e lui ha le idee chiare. Innazitutto sul bacino di giocatori a disposizione: «Con l’Euroleague i diventiamo immediatamente ambiti – dice –, dopodiché dobbiamo anche essere consci dei nostri limiti e sapere che non abbiamo alcuna possibilità di andare a trattare i primi 30 giocatori d’Europa, perché se li disputano le migliori squadre dell’Eurolega. Quello è il top, subito dopo ci siamo noi. E con Meo stiamo cercando di trovare il meglio in ogni ruolo che sia però compatibile col nostro sistema di lavoro». Pasquini resta anche convinto che la prima qualità di un giocatore è quella di essere... un giocatore di basket «altrimenti sarebbe semplice fare le squadre – spiega –, basterebbe fare il 3+4+5 e prendere sette saltatori. La profondità del roster e l’atletismo restano qualità importanti ma vengono dopo la qualità dei giocatori, se riesci ad assemblare le due cose hai fatto un bel lavoro. Come sempre, noi cercheremo buoni giocatori in grado però di stare bene coi compagni in campo, l’unità di intenti resta fondamentale in una squadra di basket».

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