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Giuseppe Gambaiani numero 1 per sportività

di Mario Carta
Giuseppe Gambaiani numero 1 per sportività

Ha ammesso che la palla era dentro condannando il Tuttavista alla retrocessione «Il mio idolo resta Buffon, lui aveva in ballo più di una salvezza in Seconda»

01 maggio 2012
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Non dica che il suo idolo è Buffon...

«Invece sì, è proprio così: Buffon è il mio idolo».

Eppure Buffon non si era comportato proprio come lei, dopo che la palla del milanista Muntari aveva superato e di molto la linea di porta.

«Ognuno reagisce a modo suo, e va da sé che Buffon aveva qualcosa di molto più importante in ballo che non una salvezza in Seconda categoria».

Cosa è successo domenica a Cala Gonone?

«Partita decisiva, penultima giornata e noi del Tuttavista Galtellì in coda a tre punti dalla penultima. E’ il 60’, siamo sotto di un gol. Arriva un tiro dal fondo, mi tuffo per intercettarlo ma scivolo verso la porta e la palla mi sfugge dalle mani ed entra in rete. Sì, entra, passa la linea di 50 centimetri buoni. Io la tiro fuori e rinvio, l’arbitro fa proseguire, non faccio scena ma gli avversari protestano. Uno di loro viene perfino espulso».

E lei ancora non dice niente.

«Quando sei in quella condizione, che devi vincere per salvarti... poi si è avvicinato l’arbitro e mi ha chiesto: «Portie’, era rete?», e io ho risposto di sì. Non sono riuscito a dire una bugia, alla fine è uno sport. E’ un gioco, anche se in gioco c’è la salvezza».

La sua carta di identità?

«Giuseppe Gambaiani, 26 anni, fidanzato. Ho la fortuna di lavorare: faccio l’operaio edile, otto ore al giorno».

La sua carta di identità sportiva?

«Gioco da quando avevo 12 anni, sempre come portiere però se serve non mi tiro indietro e mi rendo utile anche in mezzo alla difesa, soprattutto in questo periodo e in questa categoria, quando verso la fine del campionato tutti spariscono».

Non devono girare molti soldi, a questi livelli.

«No, e quando non ne hanno più voglia, certi mollano».

Rimpianti?

«No, alla fine evidentemente doveva andare così. Con la mia «autodenuncia» siamo andati sotto 2-0, poi abbiamo fatto il 2-1 ma non è bastato e siamo retrocessi in Terza. Vuol dire che ci sarà più gusto, quando risaliremo».

Ma il portiere non dovrebbe essere il custode del risultato?

«A me invece domenica è accaduto il contrario».

Il portiere è anche il numero 1. Lei in cosa lo è stato?

«Non so, forse in sportività. Ma c'è chi lo ha visto come un gesto positivo, e chi no.

Chi, no?

«Tra i compagni i più giovani mi hanno dato la mano, approvando, mentre quelli più scafati ci tenevano, al risultato. Ma alla fine tutti hanno rispettato la mia scelta».

Il commento più carino?

«La mia ragazza ha detto che mi sono comportato da uomo, prima che da giocatore. Gli amici che sono stato un grande».

Un grande esempio.

«Mi piace, vederla così. Vorrei esserlo anche in futuro, quando mi piacerebbe allenare nelle giovanili».

La cosa più cattiva che le hanno detto?

«Che abbiamo subìto un sacco di torti arbitrali anche noi, e che non era proprio il caso di dire che era gol».

Su Facebook?

«Non ho ancora avuto il coraggio di guardare il mio profilo. Lo farò con calma».

Ha dormito bene?

«Alla grande. E ancora meglio perché un amico mi ha detto che sono un mito».

E il suo mito rimane Buffon.

«Sì, nonostante io sia un milanista sfegatato».

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