La Nuova Sardegna

Sassari

G7 a Cagliari, tre ministri dicono no al buffet e scelgono la cucina sarda  

di Alessandra Sallemi
G7 a Cagliari, tre ministri dicono no al buffet e scelgono la cucina sarda  

Fuori programma all’ora di pranzo per Delrio e i colleghi americano e inglese. Nel menu proposto dallo chef Pomata polpo, linguine, tonno e gelato al miele

23 giugno 2017
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CAGLIARI. Nei giorni scorsi avevano visto scaricare dai tir le cucine con le quali i cuochi della ditta vincitrice dell’appalto romano avrebbero cucinato nell’ex Manifattura tabacchi per i ministri europei del G7 e il loro seguito di funzionari. Ironia della sorte, i 24mila metri quadrati dello stabilimento dove un tempo si producevano sigarette e sigari si affacciano sul viale Regina Margherita proprio all’altezza di una trattoria e di due ristoranti con chef sempre in corsa per aumentare il personale numero di stelle Michelin. Ieri all’ora di pranzo, però, nonostante i buffet allestiti nelle vaste sale della Manifattura, i ristoranti del viale si sono riempiti degli ospiti stranieri e italiani. Lo chef carlofortino Luigi Pomata nel pomeriggio era soddisfatto da un lato e delusissimo dall’altro. Soddisfatto perché le delegazioni italiana, americana e inglese hanno pranzato nel suo ristorante non per caso, ma perché avevano sentito parlare della sua cucina e proprio con quella volevano inaugurare la due giorni di permanenza in Sardegna per dibattere sulla qualità dei trasporti nel pianeta. Molto deluso perché, assieme ai colleghi dell’associazione cuochi per l’isola, avrebbe avuto tanto da proporre con le squisite materie prime che la Sardegna offre. «Eravamo pronti - diceva ieri sulla soglia del suo ristorante - vignaioli e produttori vari ci avrebbero dato manforte e questa è una gran bella stagione per la Sardegna. Adesso il tonno, per fare un esempio, è all’apice della sua bontà».

Il pranzo. Gli americani avevano annunciato la visita già una settimana fa. La ministra Elaine Chao si è presentata con il seguito e ha occupato i tavoli che guardano verso il mare, poi, a sorpresa, si sono materializzati il ministro italiano Graziano Delrio con staff e, subito dopo, il collega inglese Chris Grayling col suo team. Ogni delegazione è stata per conto proprio, ma quando hanno dovuto scegliere cosa mangiare Pomata si è sentito dire la stessa cosa da tutti: faccia lei, ci fidiamo. E così sono arrivati in tavola il polpo, le linguine secondo la famosa ricetta di suo padre Niccolò, tonno preparato in vari modi e il ministro inglese ha gradito anche il dolce, cannoli con gelato al miele di corbezzolo. Nessuno ha bevuto vino, «dovevano lavorare».

Servizio d’ordine. Il servizio d’ordine era imponente e fra militari e agenti si notavano anche ufficiali e dirigenti che partecipavano al presidio. Ma non si percepiva tensione, anzi, c’era un viavai di turisti perché in porto aveva attraccato una nave crociera.

La stretta di mano. In serata l’attenzione si è spostata davanti alla prefettura nel palazzo viceregio del quartiere Castello, nel protocollo il momento era definito «della stretta di mano». Le delegazioni sono arrivate in prefettura dove c’erano anche il sindaco di Cagliari Massimo Zedda e il presidente della Regione Francesco Pigliaru, ma il padrone di casa sulla porta davanti al pannello che segnalava il vertice del G7 era il ministro Delrio. Con un caldo appena alleviato dal venticello di mare, i delegati sono arrivati abbottonati nei loro abiti giusti per altri climi. Ha brillato per simpatia la ministra americana che si è avvicinata a fotografi e cineoperatori per dire «sono felice di essere in Sardegna». In prefettura con sfilata a beneficio delle telecamere sono arrivati la commissaria per i trasporti dell’Unione europea Violeta Bulc, poi i ministri di Giappone, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti, Canada e per la Francia l’ambasciatrice italiana a Parigi (il ministro si è dimesso). Graziano Delrio, superando il protocollo, ha voluto accoglierla come ha fatto con gli altri ospiti.

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