La Nuova Sardegna

Sassari

«I malati di Alzheimer sono abbandonati»

di Gabriella Grimaldi
«I malati di Alzheimer sono abbandonati»

Sassari, la denuncia delle associazioni: liste d’attesa fino a otto mesi per la prima visita nelle Uva di San Camillo e di via Tempio

23 maggio 2017
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SASSARI. Otto mesi per la prima visita. Un’eternità prima di verificare se il proprio congiunto soffre di un deficit cognitivo, prima di capire quali terapie potranno aiutarlo, prima di avere informazioni sulla gestione di una malattia come il morbo di Alzheimer che investe l’intero nucleo familiare e spesso lo devasta. Disagi causati dalla penuria di personale che non riesce a gestire una grande mole di pazienti: pochi medici alcuni dei quali part time che si occupano di un bacino di 1500 pazienti nel territorio. Un servizio in affanno mentre sono in continuo aumento le diagnosi, le quali vanno di pari passo con il progressivo invecchiamento della popolazione. Di questi e altri argomenti si è parlato in due distinti incontri tra una delle associazioni, “Alzheimer” appunto, che rappresenta le necessità dei malati e dei loro parenti e le direzioni delle due aziende sanitarie che operano a Sassari, Ats e Aou. Ad Antonio D’Urso, manager dell’Azienda ospedaliero universitaria il presidente dell’associazione Gianfranco Favini ha esposto i gravi problemi che riguardano i malati di Alzheimer. «In merito all’Uva, l’Unità valutativa Alzheimer della clinica neurologica - riferisce Favini -, si è discusso delle spaventose liste d’attesa che devono affrontare le persone per essere sottoposte a una prima visita. I neurologi addetti alle visite infatti sono soltanto due, di cui uno con contratto part time e non riescono a gestire tutti i pazienti in carico. Ci sono persone che arrivano a San Camillo, dove è localizzata l’Unità valutativa, da tanti centri dell’hinterland tra mille difficoltà e non riescono a ottenere il rispetto del diritto alla salute e alle cure». Il manager ha ascoltato le ragioni dei rappresentanti dei pazienti e ha assicurato il massimo impegno sottolineando però di aver preso in mano l’azienda da pochi mesi. Nel corso di quell’incontro sono state affrontate anche le difficoltà relative alla malattia di Parkinson, una grave patologia cronica degenerativa per la quale sono stati ridotti drasticamente i servizi. L’attività dell’ambulatorio della clinica neurologica è stata ridotta al lumicino lasciando “per la strada” centinaia di persone.

«Di recente sono stati pubblicati i dati sull’invecchiamento della popolazione - commenta Pina Ballore, la presidente dell’associazione Aima, che si occupa di deficit cognitivi - senza tenere conto che l’aumento dell’età media comporta un analogo innalzamento delle diagnosi di malattie legate ai deficit cognitivi. Ma ci si è mai chiesti quali sono i costi determinati dall’assistenza a queste persone? La situazione delle Uva di Sassari è disastrosa ma si tratta di malati non appetibili dal punto di vista politico e quindi si lascia che i servizi scompaiano».

L’associazione Alzheimer pochi giorni fa ha incontrato anche il manager dell’Ats Fulvio Moirano e il direttore dell’Ass Giuseppe Pintor. Anche sul fronte dell’ex Asl l’assistenza è carente. Chiuso il centro Uva del policlinico di viale Italia i pazienti sono confluiti nel servizio di via Tempio dove operano tre neurologi di cui uno per un solo giorno alla settimana e un altro che fa la spola tra Sassari, Alghero e territori limitrofi. L’Unità valutativa di Ozieri, collegata al reparto di Neurologia, è il punto di riferimento per tutto il territorio del Logudoro e Goceano, con un numero di malati superiore all mille unità. La richiesta è stata di potenziare il personale per rispondere alle legittime aspettative dei pazienti e delle loro famiglie.

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