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Sassari

Piccoli cyberbulli a Sassari, un bambino su due li subisce

Piccoli cyberbulli a Sassari, un bambino su due li subisce

Il fenomeno cresce in misura esponenziale anche in città. Lo dicono le prime indiscrezioni sui dati di una recente indagine

22 maggio 2017
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SASSARI. Il cyberbullismo cresce in misura esponenziale anche in città. Lo dicono le prime indiscrezioni sui dati di una recente indagine, realizzata dall’associazione Babele su un campione di studenti sassaresi, che sarà illustrata durante il convegno “Vite online e cyberbullismo” in programma mercoledì alle 16.45, nell’aula magna del V Circolo di via Gorizia.

Una precedente indagine, condotta nel 2013 e nel 2016, dagli operatori di Babele, aveva rilevato che i preadolescenti e gli adolescenti sassaresi che si consideravano vittime di bullismo in rete erano passati in due anni dal 34 al 53 per cento. Per far fronte a questa emergenza, anche quest’anno, grazie al contributo della Regione, l’associazione, in collaborazione con alcune scuole del territorio, ha varato il progetto “Cyber Picaro”, costituito da una serie di laboratori rivolti ai bambini e di incontri rivolti a insegnanti e genitori. Diversamente dagli anni precedenti, il programma di contrasto al cyber bullismo è stato realizzato nelle scuole primarie e i nuovi dati raccolti si riferiscono al vissuto online dei bambini di dieci anni.

Gli ultimi risultati, se è possibile, sono ancora più allarmanti, perché confermano la marcata presenza del fenomeno anche tra i più piccoli.

I ricercatori di Babele, infatti, hanno registrato una percentuale pari al 51 per cento di bambini che dichiarano di subire vessazioni attraverso la rete. Essere molestato con messaggi sul telefonino è un tipo di azione subita dal 29 per cento dei bambini, mentre l’11 per cento assiste alla pubblicazione in rete di foto personali senza aver dato alcuna autorizzazione e il 2 per cento vede diffuso in rete un filmato umiliante a proprio danno. Spavento, imbarazzo, angoscia e solitudine sono le sensazioni che feriscono la vittima. Per fortuna il 41 per cento ne parla con i genitori e circa l’11 per cento con gli insegnati. Ma c’è anche un buon 11 per cento di bambini che reagisce vendicandosi allo stesso modo, passando così dalla condizione di vittima a quella di aggressore e contribuendo a trasformare la rete e i social in un luogo in cui viene legittimata la sopraffazione come soluzione per affermarsi e sopravvivere nel gruppo

Mercoledì questi e altri risultati della ricerca saranno illustrati dagli esperti. Previsti interventi di Maria Isabel Espinosa Arronte (docente-ricercatrice universitaria), Maria Margherita Spanu (psicologa) e Vincenzo Lupino (pedagogista). Durante i lavori, interverrà anche un gruppo di volontari del servizio civile delle Acli (associazione cattolica lavoratori italiani).

Per gli adolescenti di oggi, la rete è ormai un ambiente di vita “naturale”, luogo di incontro e di socializzazione. Ma nell’ultimo periodo sta diventando anche motivo di sofferenza. Ragazzi e ragazze che attaccano e minacciano tentando di rovinare la reputazione di un coetaneo tramite la rete, spesso sostenuti da gruppi di compagni più o meno divertiti. Una volta certi fenomeni avvenivano fra le mura degli edifici scolastici, oggi la vittima viene raggiunta ovunque, in ogni momento, aggravando un fenomeno già allarmante. (a.me.)

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