La Nuova Sardegna

BONO. Domani i ragazzi del liceo scientifico Giovanni Spano di Sassari e dell’Istituto Ianas di Tortolì visiteranno Bono alla scoperta dei luoghi dell’infanzia di Giovanni Maria Angioy, preso in considerazione non solo come rivoluzionario, ma letto come figura emblematica di su disterru, l’esilio. Angioy infatti, in seguito alla disfatta dei moti antifeudali di fine Settecento, fu costretto a riparare in Francia dove trascorse i suoi ultimi anni in povertà. Proprio in quanto esule Angioy può essere considerato una figura rappresentativa dei “disterrados de eris e de oe”, come recita il nome del progetto, e un riferimento utile al fine di comprendere le dinamiche odierne dell’emigrazione sarda anche attraverso analogie con chi fugge dai paesi in guerra per cercare un futuro migliore in Europa. Gli studenti vedranno la casa natale di Angioy, la chiesa in cui fu battezzato, le vie dedicate ai suoi parenti e partigiani e le postazioni da cui gli abitanti di Bono difesero il paese dal feroce assalto delle truppe viceregie. L’appuntamento è la tappa conclusiva di due distinti progetti finanziati dalla Regione Sardegna nell’ambito delle attività legate a “Sa Die de sa Sardigna”, lavoro che in questi mesi ha portato gli studenti delle scuole superiori ad approfondire la storia della loro terra e a toccare con mano le fonti documentarie nell’archivio di Stato di Sassari. A Bono i ragazzi presenteranno i lavori svolti durante l’intero percorso di ricerca coordinato da Michele Pinna, insegnante di filosofia presso il liceo Spano, con il supporto dell’archivista Stefano Alberto Tedde, il giornalista Salvatore Taras e l’operatore linguistico e antropologo Ivan Marongiu. Interverranno Michela Sau, sindaca di Bono, e Maria Doloretta Lai, presidente dell’Istituto Bellieni. Al termine del percorso e le attività si chiuderanno con la musica tradizionale di Valentino Giuliano Mocci.

Maria Laura Mameli