La Nuova Sardegna

Sassari

Giave: sindaca contro i redditi di inclusione

Giave: sindaca contro i redditi di inclusione

Maria Antonietta Uras si rivolge alla Regione: «Troppo complessi, meglio le vecchie povertà estreme»

31 marzo 2017
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GIAVE. Nei giorni scorsi la sindaca Mariantonietta Uras ha inviato al presidente della giunta e del consiglio regionale, all'assessore alla sanità, ai capigruppo del consiglio regionale, all'Anci Sardegna e all'Asel di Cagliari, la copia di una delibera della giunta comunale contenente un atto di protesta con la quale è disapprovata l'applicazione della Reis (Reddito d'inclusione sociale) L.R. n. 18 dello 02.08.2016, con la quale la Regione intende rafforzare il Sia (Sostegno inclusione attiva), istituito in campo nazionale. Nell'atto di protesta, dopo aver osservato che "l'istituzione del Reis costituisce un doppione del Sia e che, con la loro applicazione, gran parte delle persone bisognevoli, attualmente inserite nelle Povertà Estreme 3' misura (servizio civico), subiranno penalizzazioni in termini di inserimento sociale e di riconoscimento pecuniario, o, ancor peggio, non potranno essere inseriti né nel Sia, né nel Reis, creando fasce privilegiate fra i più poveri delle comunità", si osserva che "i due provvedimenti dovranno essere gestiti attraverso i Plus, con la costituzione di una commissione multidisciplinare che dovrà redigere appositi progetti d'inclusione. Nel rispetto degli indirizzi stabiliti per il Sia e Reis, progetti che non prevedono una vera forma d'inserimento sociale delle fasce meno abbienti, con il riconoscimento di un contributo, contro una prestazione collaborativa stabilita dai servizi sociali comunali, con progetti personali concertati con gli aventi diritto, secondo le capacità psico-fisiche, e pone perciò vari problemi che, dovrebbero rendere difficoltosa l'applicazione delle linee guida. E' criticato inoltre il metodo d'intervento con i criteri delle povertà, che, secondo la giunta, non "sono più rispondenti alle reali esigenze degli aventi diritto, come desumibile dai risultati positivi ottenuti in tutti gli anni di applicazione, sia per i poveri, che per l'intero contesto socio-economico della comunità, anche perché gli indigenti abbracciano una casistica così ampia e diversificata, che può essere soddisfatta solamente se le azioni a loro rivolte non sono disturbate da lungaggini burocratiche e inappropriate che immancabilmente si verificheranno applicando il Reis. E ancor più se la gestione passerà ai Plus, nei quali roboanti commissioni multidisciplinari imposteranno i cosi detti progetti personalizzati di inclusione". Per i diversi motivi elencati la giunta comunale ha deliberato di respingere il Reis e chiedere alla Giunta e al Consiglio Regionale della Sardegna "che i fondi per le povertà vengano riportati all'entità del 2015 (doppia rispetto alle risorse per il Reis2016), che i fondi possano essere utilizzati dai comuni con le regole delle povertà estreme e che venga assunto un provvedimento di sospensione dell'efficacia della legge regionale n.18/2016".

Emidio Muroni

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