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L’amministrazione chiede indietro i soldi allo Stato

GIAVE. Con una lettera-istanza, inviata il 24 febbraio alla Presidenza del consiglio dei ministri, ai ministeri dell’Economia e dell’Interno, all’Avvocatura generale dello Stato, alla Banca d’Italia...

18 marzo 2017
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GIAVE. Con una lettera-istanza, inviata il 24 febbraio alla Presidenza del consiglio dei ministri, ai ministeri dell’Economia e dell’Interno, all’Avvocatura generale dello Stato, alla Banca d’Italia e, per conoscenza, all’Ancpi (Associazione Nazionale Piccoli Comuni d’Italia), la sindaca Mariantonietta Uras, a nome e per conto dell’amministrazione comunale, nel rispetto della delibera di giunta n. 13/2017, ha chiesto, entro il termine perentorio di 30 giorni dalla ricezione dell’istanza, il rimborso a favore del Comune di Giave della somma decurtata di 53.269,87 euro che, è scritto nella domanda, «riguarda la spettanza del fondo sperimentale di riequilibrio del fondo perequativo e dei trasferimenti erariali per l’anno 2013, che è stata illegittimamente trattenuta con il decreto del Ministero dell’Interno del 24.09.2013, in attuazione dell’art.16, comma 6, del decreto legge 6 luglio 2012 n.95», (la spending review, che per il Comune di Giave è stata valutata in sede di riparto del fondo sperimentale in 53.269,87 euro), dichiarato anticostituzionale secondo i criteri enunciati dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 129/2016, depositata il 6.6.2016 e pubblicata nella gazzetta ufficiale n. 23 del 08.6.2016». L’istanza conclude con l’avvertenza che «in mancanza del rimborso nel termine dei 30 giorni previsti si aprirà un contenzioso nelle sedi competenti al fine di tutelare le proprie ragioni». (e.m.)

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