La Nuova Sardegna

Sassari

Crisi del latte, Padria accanto ai pastori

La giunta comunale ha aderito con una delibera al comitato di crisi promosso dalla Coldiretti

31 gennaio 2017
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PADRIA. Anche Padria è con i pastori. Con una deliberazione della giunta, il Comune ha aderito al comitato di crisi del latte ovino, promosso dalla Coldiretti. Una scelta netta, a sostegno di una causa che riguarda l’intera Sardegna e che sta creando una situazione di gravissima crisi in un settore fondamentale per l’economia sarda. «Considerato - premette la giunta - che i trasformatori caseari hanno abbassato il prezzo del latte da inizio annata 2015/16, da 1,10 euro a 90 centesimi, nonostante il costo del pecorino romano fosse più alto rispetto all’anno prima (2014: novembre 8,53 – dicembre 8,61; 2015: novembre 8,98 – dicembre 8,90), e successivamente sulle presunte sovrapproduzioni di latte, lo hanno ulteriormente ridotto (aprile 2016) a 80 centesimi». Un prezzo che è ulteriormente calato negli ultimi tempi, aprendo scenari estremamente preoccupanti per il comparto. «Questa dinamica innescata dai trasformatori - prosegue la delibera della giunta di Padria - ha portato il panico nel mercato». Anche se in realtà, sostiene la Coldiretti, il discorso della sovrapproduzione non regge, perché i litri prodotti alla fine dell’annata 2015/16 non erano «430 milioni come erroneamente annunciato dai trasformatori ma 286 milioni». La delibera della giunta comunale di Padria stigmatizza, poi, il silenzio della Regione, che «prima non ha ritenuto opportuno prendere posizione su una vicenda che è costata 100 milioni di euro al mercato del pecorino romano (il prezzo è passato da circa 9,50/10 euro al kg a 6 euro) e poi non ha fatto nessun intervento quando a ottobre 2016 è stato lanciato l'allarme dei contratti a 50 centesimi di euro a litro. «Un silenzio che continua anche adesso che gli stessi industriali impongono il prezzo sotto i 60 centesimi di euro». Da qui l’adesione di Padria al Comitato di crisi del latte ovino.

Mario Bonu

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