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Sassari, minacciano i rifugiati somali e rubano uno smartphone

Sassari, minacciano i rifugiati somali e rubano uno smartphone

Due balordi hanno fatto irruzione nei locali della chiesa del Cuore Immacolato Hanno preso il telefonino e spaccato la vetrata: «E questo è solamente l’inizio»

13 dicembre 2016
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SASSARI. La parentesi di tranquillità dei rifugiati somali non è durata tanto. Domenica pomeriggio, attorno alle 16, mentre alcuni di loro facevano la doccia, altri riposavano e qualcuno studiava i rudimenti dell’italiano, un balordo è entrato nei locali attigui alla chiesa del Cuore Immacolato e ha rubato il cellulare a uno dei ragazzini più piccoli. E dopo aver minacciato i migranti, se n’è andato urlando: «E questo è solamente l’inizio».

E infatti dopo qualche ora ha fatto irruzione la compagna dello sbandato, questa volta armata di bastone. Ha sferrato un colpo alla porta finestra d’ingresso mandando in frantumi il vetro. I cocci sono finiti sin sopra i letti a castello dove erano sdraiati i ragazzi. I quali sono rimasti impietriti di fronte a un gesto così duro e inaspettato nei loro confronti, e non hanno reagito. Hanno avvisato il parroco e il gruppo di giovani che in questi mesi si sono presi cura di loro. «La gente non riesce a capire quanto sia prezioso un telefonino per questi ragazzi – dice una delle tante “mamme adottive” – è l’unica possibilità di mantenere un contatto diretto con la propria famiglia. E questo è il motivo per cui, magari rinunciano al cibo o ai vestiti, ma non possono fare a meno di uno smartphone». Ora per questo ragazzo sarà di vitale importanza recuperare il proprio numero, perché i familiari cercheranno di contattarlo a quel recapito. «Abbiamo già attivato una colletta per ricomprare il cellulare – dicono le volontarie – e verrà formalizzata una denuncia ai carabinieri per l’accaduto».

I dieci somali erano ospiti nel centro di accoglienza di via Planargia fino ad ottenere lo status di rifugiato. A quel punto sono diventati liberi cittadini, e hanno dovuto lasciare la struttura. Si sono ritrovati a dormire per strada, sotto la tettoia della chiesa del Buon Pastore. Per fortuna alcuni sassaresi si sono mobilitati, e assieme al gestore del centro di accoglienza e ai parroci del Cuore Immacolato, sono riusciti a dare un tetto provvisorio a questi sfortunati ragazzi. (lu.so.)

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