La Nuova Sardegna

Sassari

La mostra a cossoine

Antichi costumi e ricami scoperti grazie alle donne

Antichi costumi e ricami scoperti grazie alle donne

COSSOINE. Il merito dello straordinario successo della mostra degli antichi capi dell’artigianato tessile e del ricamo è stato delle donne di Cossoine. Lo ha sottolineato con un post anche il...

13 dicembre 2016
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COSSOINE. Il merito dello straordinario successo della mostra degli antichi capi dell’artigianato tessile e del ricamo è stato delle donne di Cossoine. Lo ha sottolineato con un post anche il sindaco, Sabrina Sassu, che ha ringraziato le principali protagoniste dell’evento: «Un particolare grazie – ha scritto il sindaco - va a Tetta Virgilio, nostra memoria storica, a Francesca Porcheddu, la nostra laboriosa ricamatrice di costumi, ad Angela Cadau, Maria Giovanna Spanu, Nina Spanu, Chiara Scanu, Maria Ruggiu, Assunta Unali, Chiarina Cau, Giovanna Nurra ('67). Grazie Giovanni Battista Campus, a Lucia Sechi, l’operatrice incaricata per lo sportello linguistico sardo coordinato dall'Istituto “Camillo Bellieni”, al professor Michele Pinna e all’archivista Stefano Albero Tedde, grazie a Nanni e Rosa».

E in effetti, il cuore pulsante della mostra è stato il gruppo delle donne di Cossoine che ha partecipato per diversi mesi ai laboratori di lingua e cultura sarda. Loro hanno girato il paese casa per casa, coinvolgendo un grandissimo numero di famiglie in una operazione che era riscoperta di memoria e di valori, e riesumando da cassetti, armadi, cassapanche, una quantità sorprendente di antichi manufatti tessili, alcuni di straordinario valore. Come quelli esposti nella sezione dedicata al vestiario tradizionale di Cossoine, il “costume”, vero simbolo di identità per il paese. I temi della mostra sono stati poi ripresi nel convegno che si è tenuto negli stessi locali del museo. Dopo il saluto del sindaco, Sabrina Sassu, Michele Pinna, direttore scientifico dell’Istituto Bellieni, ha sottolineato il grande merito dei territori della Sardegna, che hanno saputo conservare ciò che il “progresso” tende a distruggere. L’altra scommessa da vincere, ha aggiunto Pinna, sarebbe quella di tradurre quei valori in opportunità economiche.

A Stefano Alberto Tedde, archivista collaboratore dell’Istituto Bellieni, era affidata la relazione centrale dell’incontro: “Bestire sa vida, bestire sa morte”, la comunità di Cossoine descritta negli anni notarili del XVII-XIX secolo. E il ricercatore ha offerto una approfondita e interessante carrellata su documenti, testamenti, atti notarili, da cui è emerso uno spaccato della vita di Cossoine nel 1700 e 1800.

Case, terreni, arredi e oggetti domestici, manufatti e capi d’abbigliamento, tutti rigorosamente inventariati e descritti fino ai minimi dettagli: “una fauna cun battor sorigaduras” (un copriletto con quattro buchi provocati dai topi).

Leopoldo Ortu si è soffermato sull’importanza dell’iniziativa, “che ha un valore dal punto di vista della promozione del territorio, ben superiore a quella offerta dalle canzonette”.

Mario Bonu

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