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Sassari

Rincari Arst, nel mirino Regione e sindacati

Rincari Arst, nel mirino Regione e sindacati

Il Partito comunista dei lavoratori: «L’aumento deciso in vista della privatizzazione del servizio»

02 ottobre 2016
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OZIERI. Anche il Partito comunista dei lavoratori si mobilita contro gli aumenti delle tariffe dei trasporti regionali e si schiera «con gli studenti e i lavoratori e le lavoratrici dell’Arst contro una direzione aziendale avida, fallimentare e contro la giunta del centrosinistra».

Secondo il Pcl la decisione di operare degli aumenti è solo l’inizio di una serie di cambiamenti all’interno dell’Azienda regionale sarda trasporti, che «si prepara alla privatizzazione» e non ha ancora predisposto un «piano industriale per il 2017». «La privatizzazione significa licenziamenti, taglio di linee e ulteriori aumenti tariffari. Un piano criminale», dice il Pcl, che ritiene necessario e urgente «far fallire questo progetto, ripristinare le vecchie tariffe, fare nuovi investimenti e per giustizia sociale ridurre drasticamente i lauti stipendi degli alti dirigenti».

Per questo il Partito comunista dei lavoratori chiama a raccolta «gli studenti, i lavoratori, le lavoratrici e gli utenti» invitandoli a «costruire comitati di lotta indipendenti». «Bisogna imporre alla direzione dell’Arst un confronto diretto con la massa degli studenti, dei lavoratori e delle lavoratrici, così come i pastori fecero a Thiesi il 5 agosto 2016 ai monopolisti lattiero caseari. Il popolo deve riprendersi la sovranità che gli è stata espropriata da questi tiranni minori. Lo strumento è quello della democrazia rivoluzionaria».

Occorre unità, sociale politica e sindacale, cosa che attualmente manca, dice il Pcl, che ricorda come lo sciopero di 4 ore del primo ottobre dei lavoratori e delle lavoratrici dell’Arst sia stato proclamato solamente dalla Fit-Cisl e dalla Faisa.

«La burocrazia sindacale è divisa – è la conclusione del Pcl –: alle loro divisioni contrapponiamo l’unità degli studenti e dei lavoratori». (b.m.)

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