La Nuova Sardegna

Sassari

Castelsardo, rivolta contro Abbanoa

di Donatella Sini
Castelsardo, rivolta contro Abbanoa

L’acqua non è potabile: il Comitato cittadino chiede la tutela della salute pubblica e l’invio immediato di autobotti

20 agosto 2016
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CASTELSARDO. Chi tutela la salute pubblica a Castelsardo? Se lo chiede il Comitato Cittadino contro i disservizi di Abbanoa, nato lo scorso anno e promotore della Class Action contro l'ente gestore delle acque sarde, che sta seguendo il suo iter presso il tribunale di Cagliari. E di un ricorso contro i conguagli retroattivi. «Finalmente è ufficiale: dopo le analisi dell’Asl del 9 agosto scorso, anche il sindaco si è reso conto che l’acqua del nostro Comune non è potabile – si legge in un comunicato –. Eppure la notizia era ben nota al resto della popolazione che, in tutti i modi possibili, non ultime le proteste davanti al primo cittadino, ha manifestato l’evidente pericolo per la salute pubblica».

Il 12 agosto scorso infatti, l'assessore all'ambiente Maria Lucia Tirotto, ha sottoscritto l'ordinanza con la quale, attestata l'eccessiva presenza di manganese, ferro ed alluminio nell'acqua immessa nella rete pubblica, se ne vieta l'utilizzo quale bevanda e nella preparazione degli alimenti, consentendone però l'impiego per il lavaggio di frutta e verdura e per gli usi igienici.

«L’acqua arriva nelle nostre case, da mesi, colorata (marrone!) puzzolente ed oleosa – ribadisce il rappresentante del comitato, Piero Arru - Ciò nonostante il sindaco, incurante del pericolo per la salute pubblica, ha continuato, anche nei giorni immediatamente precedenti l'ordinanza, ad affermare pubblicamente e sul suo account Facebook, che si trattava di acqua potabile. È incredibile constatare con quale superficialità e negligenza l'intera vicenda sia stata gestita. Dapprima non si è dato conto delle proteste della cittadinanza, negando l’evidenza dei fatti e sottoponendo l’intera popolazione ad un grave rischio sanitario. Ed ora, di fronte all’ufficialità del caso, il sindaco, responsabile delle salute pubblica, si limita alla sola, essenziale e doverosa pubblicazione all’albo pretorio dell’ordinanza di divieto? Sono stati ben informati i cittadini ed i turisti che in questi giorni visitano e risiedono nel nostro centro? È stato apposto il cartello che vieta l’utilizzo dell’acqua nelle fonti pubbliche? Sono stati informati, e consigliati sul da farsi, i ristoratori, gli esercizi, i pubblici locali e similari? Evidentemente no». Sarà il caso di rendere edotto il Prefetto della grave situazione?

«Nel frattempo si attende l'intervento serio e programmato «e quotidiano – si sottolinea – delle autobotti che forniscano di acqua potabile».

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