La Nuova Sardegna

Sassari

Olbia, parroco e imam pregano in chiesa

di Serena Lullia
L'intervento dell'Imam di Olbia in chiesa
L'intervento dell'Imam di Olbia in chiesa

Don Raffatellu ospita alla Sacra Famiglia Hamadi Maalauoi e gli altri portavoce della comunità musulmana

02 agosto 2016
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OLBIA. I nomi di Dio e Allah risuonano insieme nella chiesa della Sacra Famiglia. Sull’altare l’imam Hamadi Maalaoui e il parroco don Andrea Raffatellu, ognuno con il suo linguaggio di fede, parlano di fratellanza, amore, pace. Anche i musulmani di Olbia, come in tutta Italia, rispondono all’inziativa promossa dalla comunità islamica francese dopo l’uccisione di padre Jacques Hamel, a Rouen. E lanciano un messaggio di amore potente. Una preghiera comune contro il terrorismo, contro chi semina odio e morte in nome di Allah. Un inno alla pace e all’amicizia.

Abbraccio tra amici. L’imam Hamadi arriva in chiesa puntualissimo. Con lui una decina di esponenti della comunità musulmana. L’abbraccio con don Andrea è tra vecchi amici, non solo tra ministri di fede Il sacerdoto fa strada tra le bancate della chiesa e riserva alla piccola comunità islamica un posto in prima fila per partecipare alla messa, a due passi dall’altare.

Dio d’amore. La messa comincia con il ringraziamento all’imam e ai fratelli musulmani per la loro presenza. «Abbiamo tutti un unico Dio e insieme cerchiamo la verità, la vera ricchezza della vita, che non è fatta di soldi ma di amore – dice don Raffatellu –. Siamo sempre stati vicini alla comunità musulmana anche nei momenti difficili, come loro lo sono da anni con noi. Preghiamo insieme Dio perché dia a tutti la lucidità per scegliere le sue vie, che sono di pace, giustizia, amore, solidarietà. E anche a nome del vescovo, che è stato informato della loro visita, li ringraziamo».

Fratelli millenari. La funzione religiosa procede secondo i suoi riti. L’imam ascolta con attenzione ogni preghiera, ogni canto, ogni parola dell’omelia. Prima della benedizione finale don Andrea lo invita a salire sull’altare. È di grande impatto vederlo lassù con la sua tunica bianca, sentirlo citare un versetto del Corano a due passi dal crocefisso. «Le comunità cristiana e musulmana hanno un rapporto di lunga data che va avanti dal 1437 anni – esordisce –. Purtroppo oggi ci sono delle persone, dei criminali o dei matti, che vogliono dividerci. Hanno ucciso una persona importante, un uomo di Chiesa. Con questo gesto hanno lanciato un messaggio, la loro volontà di dividere la società».

No al terrorismo. Hamadi fa una pausa e accompagna con il gesto deciso della mano il suo no al terrorismo. «Noi oggi siamo qui con voi, con i nostri fratelli e le nostre sorelle per dire a chi ha mandato quelle persone a uccidere: non distruggerete il rapporto di amicizia che c’è tra i musulmani e i cristiani, gli ebrei, i non credenti. Noi condividiamo la messa con voi, viviamo tranquilli, non abbiamo problemi. Quelle persone parlano di religione, citano Dio compiendo crimini ma quella non è religione, perché ciò che fanno non appartiene a chi crede».

L'imam invita poi a rendere ancora più solido il rapporto di amicizia. Ad andare oltre la singola giornata di dolore e solidarietà. «Dobbiamo arricchire questa amicizia, questa fratellanza, dobbiamo essere più vicini di prima – aggiunge –. Così faremo capire a quelle persone che non ci possono dividere. Chiedo ad Allah che protegga la nostra città, il nostro paese, le nostre famiglie, il mondo. Dobbiamo continuare ad andare avanti, uniti e più forti. Insieme non abbiamo paura di loro. Siamo con voi con i nostri cuori». Un forte applauso segna la fine del discorso della guida della comunità islamica di Olbia. La benedizione generale conclude la messa. Molti fedeli si avvicinano all'imam e agli altri ospiti musulmani. Chiedono dove sia la moschea, gli fanno i complimenti per il discorso, lo invitano a ritornare, lo ringraziano per il bel gesto di amicizia. Lui sorride, saluta tutti, abbraccia di nuovo don Andrea.

L’Islam in città. Hamadi Maalauoi da alcuni anni è la guida spirituale del Centro culturale islamico. Un piccolo appartamento di via Tavolara è stato trasformato in una moschea d fortuna, luogo di preghiera di tanti musulmani. Una comunità molto numerosa a Olbia e ben integrata. L’imam non è nuovo alla condanna del terrorismo islamico. Era stato uno dei primi a intervenire dopo l’attentato al giornale satirico Charlie hebdo. E poi dopo l’attentato di Parigi. «La comunità islamica di Olbia e provincia – aveva detto Hamadi – condanna senza mezzi termini i gravissimi atti terroristici avvenuti nella capitale francese. Questi atteggiamenti minacciano non solo la sicurezza ma anche la buona convivenza tra tutti i componenti della nostra società civile. Ma l’Islam è estraneo a qualsiasi forma di estremismo. Anzi è la religione della pace, e i veri musulmani sono anche loro vittime di questi atti criminali. Chi ha atteggiamenti estremisti e da definire criminale e basta. E la criminalità non ha niente a che vedere con la religione».

Concetti che ieri ha ribadito con decisione durante la messa nella chiesa della Sacra Famiglia.

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