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L’impegno di chi sceglie di incontrare i migranti

L’impegno di chi sceglie di incontrare i migranti

PORTO TORRES. «Basta elemosina! Alcuni la chiedono, ma a noi non piace. La gente ci guarda male per colpa di chi lo fa, non possiamo fare una domanda che ci rispondono che non hanno soldi». Il grido...

01 agosto 2016
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PORTO TORRES. «Basta elemosina! Alcuni la chiedono, ma a noi non piace. La gente ci guarda male per colpa di chi lo fa, non possiamo fare una domanda che ci rispondono che non hanno soldi». Il grido di dolore di un gruppo di migranti giunto al termine del meeting “Incontriamo i migranti e chi li accoglie” è forse ciò che più rimane impresso ai tantissimi, almeno un centinaio, presenti dentro e fuori il Museo del Porto all’evento organizzato in collaborazione con la Libreria Koinè. I migranti hanno poi posto l'accento sulla soppressione della fermata del pullman a Li Lioni, decisione che crea forti disagi a loro e agli automobilisti che percorrono l’ex 131 perché c’è un flusso continuo di persone che cammina sul ciglio della strada - anche portotorresi -, e stigmatizzato il fenomeno della prostituzione. Moderato e introdotto da Lello Cau e Francesco Chisu, i quali ha rimarcato come «ci fanno male le parole che ogni tanto leggiamo sui social network, leggere “prima i portotorresi e poi gli altri” non tiene conto che molti nostri amici sono emigrati e potrebbero subire comportamenti analoghi» e che «le persone che aiutano i migranti sono le stesse che aiutano i portotorresi in difficoltà e quelle intervenute in occasione degli alluvioni di Olbia e Capoterra o del terremoto de L’Aquil», l'incontro ha visto l’intervento della sociologa Maria Antonietta Cocco, dell'Università di Sassari, la quale ha fornito dati che fanno rabbrividire («dall’inizio dell’anno solo nel Mediterraneo sono morte 3000 persone») e sottolineato come «le difficoltà principali siano da riferire non ai migranti ma a ciò che è la nostra accoglienz». Il problema è la mancata condivisione delle informazioni, chiudendo con «oggi questa non è più una situazione d’emergenza, ma un dato strutturale del mondo», dopo avere sfatato il mito dell’invasione: in Italia i profughi sono 138mila su 65 milioni di persone in fuga dalla guerra. Altro intervento è stato quello dell'avvocato Sabrina Serra dell'Associazione Acos, la quale ha specificato come la commissione che analizza le richieste di asilo politico a Cagliari ne respinga gran parte e sottolineato le croniche lungaggini delle cause sui ricorsi. Altro contributo rilevante è stato quello del responsabile del centro di accoglienza di Li Lioni, Cheick Diankha, il quale ha affermato che «non abbiamo nulla da lamentarci» e che l’approccio con la città non sia stato problematico, anche se «finchè si sfrutteranno i paesi africani il fenomeno non finirà». L’assessore ai Servizi sociali del comune di Porto Torres Rosella Nuvoli, ha spiegato il funzionamento degli Sprar annunciando un incontro per l’11 agosto e rimarcato come «coi centri ci interfacciamo per capire come si muovono e cosa fanno».

Emanuele Fancellu

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