La Nuova Sardegna

Sassari

Terminal crociere al palo: da un anno i lavori sono fermi

di Gavino Masia
Terminal crociere al palo: da un anno i lavori sono fermi

Al Genio Opere Marittime bocche cucite sul lungo stop Un’incompiuta che impedisce lo sviluppo del porto

28 giugno 2016
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PORTO TORRES. E’ sicuramente l’opera pubblica incompiuta per eccellenza il terminal crociere che si affaccia come area di cantiere infinita sulla banchina Dogana-Segni del porto commerciale. Una struttura che divide la città dalla scalo, vicino alla stazione marittima “Nino Pala” e quasi attaccata alla scalinata di accesso rimessa a nuovo dagli interventi programmati dalla Port Authority.

Una situazione che stride completamente con l’obiettivo di un porto che vuole crescere attraverso nuove rotte nazionali e internazionali – collegando Porto Torres con il nord e centro Italia e con grandi centri internazionali di Francia e Spagna – e che continua a rimanere tale con il silenzio della politica.

Un terminal crociere finanziato dall’allora governo Berlusconi, attraverso il dicastero dei Lavori pubblici guidato all’epoca dalministro Lunardi, che doveva diventare un centro servizio importante per i passeggeri in transito, sulla falsariga di quello esistente nel porto di Civitavecchia.

La guardia di finanza aveva sequestrato preventivamente mesi fa, su disposizione del Tribunale civile e penale di Roma, la struttura portuale, poi, dopo il dissequestro, i lavori per la costruzione della nuova stazione erano ripresi con l’arrivo di ferro, bancone per la lavorazione e legname. Pochi gli operai impiegati, un fatto che già sembrava presagire l’ennesima fermata. Il cantiere è ora fermo da circa un anno, desolatamente vuoto e ben lontano dall’essere avviato a conclusione a guardare i lavori finora realizzati .

Nel progetto originario la superficie coperta è di 595 metri quadri e la piazza coperta da tensostruttura, mentre l’organizzazione del terminal è su due livelli con i servizi principali e di controllo. Un’opera finanziata con oltre 2 milioni di euro, ma in stand by senza che si conosca quale sia il ruolino di marcia degli interventi. Pare che l’impresa che deve eseguire i lavori sia in sofferenza, ossia che non possa pagare gli operai, ma allora bisogna chiedersi cosa stanno facendo gli enti preposti al controllo dell’opera pubblica.

I referenti del progetto fanno capo agli uffici Opere marittime di Cagliari, difficilmente ritracciabili al telefono e da sempre poco propensi a fornire spiegazioni adeguate sia sul fermo lavori sia sull’eventuale ripresa del cantiere lavoro.

Ad allungare la tempistica degli interventi ci si è messo anche il fallimento dell’azienda costruttrice dell’opera e le indagini delle fiamme gialle, che hanno decretato la poca trasparenza di una vicenda che ha penalizzato, come al solito, lo scalo marittimo turritano. Inutile parlare di programmazione portuale quando ci sono ancora opere non definite da anni, che si presentano indecorose alla vista del passeggero e del visitatore senza che la politica (anche quando non è di sua stretta competenza) muova un passo per fare la voce grossa agli enti governativi per avere risposte certe ed esaurienti.

Soprattutto se l’opera pubblica e nel territorio comunale e sfugge a qualsiasi logica di futura utilizzazione visto lo stato delle cose.

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