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Sassari, Candelieri: il parroco e il gremio Viandanti si danno battaglia in tribunale

Sassari, Candelieri: il parroco e il gremio Viandanti si danno battaglia in tribunale

Continuano gli screzi tra il gremio e don Antonello Muscas. Il sacerdote trascinato in tribunale per il cambio di serratura

02 giugno 2016
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SASSARI. C’è voluto l’ufficiale giudiziario perché i Viandanti potessero riprendere possesso del proprio vestiario, paramenti e altri oggetti custoditi in un armadio realizzato a loro spese nella cappella Santa Rosa a Sant’Agostino. Quando ci hanno provato, ad aprirlo, con le chiavi di cui si servivano dal 2012, hanno scoperto con stupore che la serratura era stata cambiata. E allora si sono rivolti alla magistratura, chiedendo un provvedimento urgente nei confronti del parroco che, nonostante le ripetute richieste, non gli aveva più concesso l’accesso.

Non accennano a placarsi gli attriti tra il parroco Antonello Muscas e l’antica corporazione e l’ultimo episodio è avvenuto lo scorso venerdì, a due giorni dalla nomina dei nuovi obrieri e della solenne processione del Corpus Domini. È un rapporto sul filo della tensione, quello tra il sacerdote e i gremianti, che va avanti dallo scorso anno, dopo che don Muscas è stato nominato parroco, e che ha avuto un precedente ugualmente “caldo” a gennaio, quando nella chiesa che fu dei Domenicani arrivarono addirittura i carabinieri per calmare gli animi esasperati. Per una serie di dispetti, ripicche e incomprensioni che ruotano intorno alla proprietà e all’uso della cappella consacrata alla Madonna del Buon Cammino che i Viandanti affermano con orgoglio di possedere da secoli.

Ora il nuovo capitolo si è risolto così. La Festa del sorteggio degli obrieri, che quest’anno si è arricchita anche con la nomina di nuovi e prestigiosi soci onorari, e la processione del Corpus Domini durante la quale i Viandanti hanno l’onore di affiancare il baldacchino, incombevano e senza il contenuto dell’armadio non avrebbero potuto onorare entrambi gli impegni e partecipare con la solennità imposta da tradizione religiose che sono patrimonio del gremio dalla sua costituzione, avvenuta nel lontano 1477. Così hanno richiesto al giudice civile, tramite l’avvocato Liliana Pintus, quella che tecnicamente è una reintegra nel possesso. E il magistrato Giuseppina Sanna, accogliendo le loro ragioni, ha ordinato al parroco di consentire «immediatamente» al gremio l’accesso all’armadio nella cappella.Venerdì 27, gremianti, parroco e il segretario del vescovo don Pietro Ventura si sono ritrovati con l’ufficiale giudiziario in chiesa per dirimere la questione delle chiavi, diversamente sarebbe stato necessario l’intervento di un fabbro. Chiavi che don Muscas ha provveduto a tirare fuori e che comunque continuerà a tenere ma rimanendo a disposizione del gremio ogni volta che questo avesse necessità di usare lo stipo.Ma, fatto salvo il provvedimento del giudice, la controversia giudiziaria non si è conclusa. Armadio e chiavi saranno ancora al centro della diatriba tra corporazione e clero, nell’udienza fissata per i prossimi giorni, quando anche il sacerdote potrà esporre le sue ragioni, visto che il provvedimento è stato preso “inaudita altera parte”. Lo scontro continuerà? C’è da sperare che la pace torni nella chiesa di Sant’Agostino. (p.f.)

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