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All’Emporio della solidarietà la spesa si “paga” con la card

SASSARI. All’Emporio della solidarietà di San Paolo, nella parrocchia del quartiere, la spesa e l’assistenza ai bisognosi non è gratis. E non perché i volontari che fanno parte del circuito Caritas...

02 giugno 2016
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SASSARI. All’Emporio della solidarietà di San Paolo, nella parrocchia del quartiere, la spesa e l’assistenza ai bisognosi non è gratis. E non perché i volontari che fanno parte del circuito Caritas non siano generosi. Tutt’altro.

All’Emporio della solidarietà, guidato con piglio da manager della carità, da Mattia Mulas, prima che assistenzialismo, la parola d’ordine è dignità. Chi ha bisogno di aiuto, lo trova, ma non sotto forma di elemosina: il centro rilascia una tessera sui cui vengono accumulati crediti virtuali, da spendere nel market della solidarietà. Crediti che vengono assegnati dai volontari in parte sulla base della dichiarazione Isee di chi bussa alle porte della parrocchia, e in parte grazie a piccoli lavoretti che lo stesso Emporio assegna ai richiedenti aiuto.

Lavoretti di poco conto, in parrocchia o per aiutare qualcuno di ancora più bisognoso. Lavoretti regolarmente assicurati e con tanto di contributi versati nelle casse previdenziali, per mezzo dei voucher lavoro acquistati dall’Emporio e utilizzati nei più svariati casi. Con le tessere di credito le persone possono poi fare la spesa, ogni quindici giorni, scegliendo i prodotti di cui hanno bisogno fra gli scaffali della Solidarietà, puntualmente riforniti dalle donazioni dei parrocchiani di qualche generoso commerciante. Non solo, l’Emporio, ha messo a punto un software grazie al quale tiene un database, assolutamente riservato, in cui sono registrati i dati delle persone che usufruiscono degli aiuti, e in che maniera ne usufruiscono. Un metodo efficace per organizzare al meglio il servizio e per tenere alla larga i furbetti. Tutto questo è stato spiegato da Mattia Mulas alla Quinta commissione di Palazzo Ducale, presieduta dalla consigliera Pd, Carla Fundoni. L’Emporio, portato avanti da dieci volontari, con il coinvolgimento di tutti i ragazzi che frequentano l’oratorio, assiste circa quaranta famiglie del quartiere, ma, essendo convenzionato con il Comune, non nega l’aiuto a nessuno. E i suoi metodi hanno conquistato la commissione comunale.(v.g.)

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