La Nuova Sardegna

Sassari

Una baracca abusiva nel parcheggio dell’ex Lido Iride

di Salvatore Santoni

Sassarese fa “rivivere” il chiosco Delfino abbattuto dal Pul E denuncia ai carabinieri del Noe un presunto inquinamento

29 maggio 2016
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SORSO. Quando ha saputo che stavano demolendo il vecchio lido Delfino è corso a Platamona e ha cercato di bloccare le ruspe. Alla fine si è dovuto arrendere, ma in segno di protesta ha deciso di tenere per sé un souvenir del vecchio chiosco che sorgeva nel parcheggio dell'ex lido Iride. E per far rivivere il Delfino, Angelo Francesco Marras, un settantenne di Sassari, ha preso le pareti del vecchio locale, si è spostato di qualche metro e in segno di protesta ha tirato su una piccola baracca con tanto di tavolini, sedie all'aperto, barbecue e tendaggi vari. Subito dopo, si è presentato davanti ai carabinieri del Noe di Sassari e ha denunciato un presunto pericolo di inquinamento dopo lo smantellamento del bar. Ora però il Comune contesta all’uomo l'occupazione abusiva del parcheggio.

I tappeti, i tavolini e le sedie, le tende, una bicicletta incatenata a una tavola di legno e un vaso di cemento riadattato a barbecue. C'è anche un estintore, non si sa mai. Vista da fuori, la baracca sembra una versione in miniatura del vecchio Delfino.

Non soltanto un nostalgico, Marras sostiene di essere stato in affari con i gestori del locale. Lo ha messo nero su bianco in una denuncia che ha presentato qualche settimana fa al Noe di Sassari. Dopo di che ha preso l'esposto e l'ha appiccicato alla porta della baracca. Così che tutti possano leggere la storia travagliata del vecchio lido. L'uomo ha messo in fila gli ultimi anni di storia del lido Delfino prima della demolizione, avvenuta qualche settimana fa. Ai militari Marras ha spiegato di avere un accordo con i gestori e che quindi sentiva il locale anche un po' suo. Ma il vecchio Delfino aveva ormai i giorni contati. Sì, perché con l'avvento del piano dei litorali (Pul) del Comune di Sorso, il locale - così come tutti gli altri chioschi lungo la fascia costiera - non rispettava le nuove norme urbanistiche. Il nuovo chiosco sorgerà sull'arenile, nel nuovo spazio individuato nel piano.

Ma Marras era affezionato al vecchio locale. Talmente tanto che se n'è tenuto un pezzetto per sé. E lo ha piazzato quasi al centro del parcheggio. Una presenza che non poteva passare inosservata. Se ne sono accorti anche in Comune. «Ho visto l'abuso mentre transitavo in auto lì davanti e ho segnalato personalmente alla polizia municipale che si è attivata con i servizi sociali e l'ufficio di vigilanza», racconta l'assessore comunale all'Urbanistica , Gianni Tilocca. I vigili urbani di Sorso hanno verbalizzato la situazione trasmettendo gli atti all'ufficio di vigilanza per valutare la situazione. Inizialmente si pensava a una persona bisognosa in cerca di un tetto. Ma poi con l'affissione della denuncia al Noe è emersa una situazione molto più complessa. Nell'esposto c'è anche la segnalazione della presunta presenza di alcune fosse biologiche e uno scantinato sotto la sabbia, dove sorgeva il vecchio Delfino. Secondo quanto si legge nella denuncia di Marras, durante la demolizione non sarebbero state portate via.

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