La Nuova Sardegna

Sassari

Cavalcata, tagli alle spese la rivolta dei gruppi folk

di Giovanni Bua
Cavalcata, tagli alle spese la rivolta dei gruppi folk

Cinque associazioni cittadine scrivono al sindaco e all’assessore alla Cultura «Non limitate la partecipazione di chi cerca di collegare Sassari alla sua storia»

23 aprile 2016
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SASSARI. No ai tagli alla Cavalcata. Dopo la stoccata del consigliere regionale del Prc-Sinistra Sarda Alessandro Unali che, anche da componente del gruppo folk di Chiaramonti, attaccava il Comune per il suo progetto di sforbiciare i rimposri spese ai figuranti, ora arriva la lettera aperta dei cinque gruppi folk cittadini: Thathari, Città di Sassari, Gurusele, San Nicola e Sa Pintadera.

Che, sottolineando la difficoltà di essere figli di un Dio minore nella patria della ciogga minudda e della cionfra, rivendicano al grande fatica fatta negli ultimi anni per «riannodare il legame con le radici sarde, allentato nei secoli» (l’antico costume di Sassari è stato presentato ufficialmente nel 2002) e chiedono al Comune di fare un passo indietro sui programmati tagli alla loro partecipazione, proponendogli di lasciare, almeno per questo anno, le regole immutate rispetto alle passate edizioni. E in cambio offrendo un progetto intergruppo fatto di rigorose selezioni qualitative e quantitative dei partecipanti e dialogo costante con l’amministrazione su tutte le iniziative condivise.

Oggetto del contendere il limite al numero dei figuranti (40 in totale rispetto agli 80 della scorsa edizione) e dei gruppi partecipanti: due a girare per ogni anno su un periodo di un triennio.

«I gruppi di Sassari – scrivono in una lettera parte indirizzata a sindaco e assessore alal Cultura –vengono considerati non come padroni di casa, ma quasi indesiderati ospiti della manifestazione. Ne è la conferma il fatto che l'Amministrazione ha deciso quest'anno di ridurre drasticamente lo spazio loro dedicato fino ad arrivare a 40 elementi, obbligando a una mortificante rotazione triennale le varie associazioni». «Superate le divergenze dovute alle diaspore degli anni scorsi – continuano uniti i 5 gruppi folk – e consapevoli della maggiore cooperazione necessaria per perseguire insieme le finalità che ci prefiggiamo, abbiamo così concordato di elaborare un progetto condiviso di intergruppo che stabilirà i parametri di accesso alla manifestazione, da proporre all'assessorato, affinché l'amministrazione riconosca ai gruppi sassaresi lo status di rappresentanti della città per i vari eventi organizzati dal Comune. Tali regole avranno come conseguenza una rigorosa selezione dei figuranti in termini qualitativi (rigore nella ricostruzione degli abiti, dei gioielli indossati, portamento in sfilata) e quantitativi. Visto l'approssimarsi della Cavalcata e considerata la ristrettezza del tempo a disposizione, proponiamo quindi che si ritorni alla formula utilizzata lo scorso anno sia per la sfilata, con lo stesso numero di figuranti (80) equamente divisi tra le associazioni organicamente e numericamente strutturate, sia alla rassegna dei balli, con la partecipazione di tutti i gruppi. Garantendo al proposito ordine e rispetto dei tempi della manifestazione. Le associazioni inoltre rinunciano a quote eccedenti i rimborsi già previsti, che saranno divisi in parti uguali tra le associazioni partecipanti». «Non di soli Candelieri vive la tradizione – chiude la lettera aperta – pur identificandoci in quello spirito, abbiamo dimostrato che ballo e canto sardo non ci sono estranei come qualcuno vorrebbe far credere. Ecco perché ci riserviamo forme di protesta collettive se venisse a mancare il rispetto per il lavoro svolto finora da tante persone, che con passione portano nell'isola e fuori dai suoi confini, l'immagine di Sassari».

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