La Nuova Sardegna

Sassari

Il racconto di don Delogu su Castelsardo

CASTELSARDO. L’inquietudine della ricerca, il mettersi in gioco in prima persona e, non ultimo la convinzione che “un prete deve morire sul campo”. Tutto questo, insieme a un messaggio di speranza e...

19 aprile 2016
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CASTELSARDO. L’inquietudine della ricerca, il mettersi in gioco in prima persona e, non ultimo la convinzione che “un prete deve morire sul campo”. Tutto questo, insieme a un messaggio di speranza e un invito alla fede, è racchiuso nell’ultima fatica letteraria di Don Giuseppe Delogu, 85enne sacerdote castellanese che ha prestato, fra le altre brevi esperienze, servizio pastorale a Olbia per 33 anni, presso la parrocchia di Nostra Signora della Selette dove ha lasciato una profonda traccia del suo passaggio. “Testimonianza, lettera confidenziale agli amici” è la sua ventisettesima pubblicazione ed è, specialmente, dedicata ai suoi parrocchiani, vecchi e nuovi, in special modo ai fedeli della parrocchia di santa Teresina, nella frazione di Lu Bagnu dove opera proficuamente già da sei anni. «Ho sentito l’esigenza interiore di compiere una rivisitazione della mia vita - afferma il volitivo sacerdote scrittore - e dare una testimonianza, una parola che significa, prima di tutto, grazie». Don Giuseppe ricorda il lungo percorso verso il sacerdozio passando per le difficoltà, comuni a tutti i giovani appassionati, affrontate durante gli studi, nei primi passi da sacerdote e nelle sue scelte di vita. «Lasciare la parrocchia della Salette, dove stavo benissimo, mi ha lasciato una ferita profonda, un scelta difficile e sofferta - ricorda l’anziano ma volitivo parroco - ma il cristiano non si ferma mai nella ricerca». Una sfida che il pastore porta avanti, insieme al suo gregge, e che già sta dando i suoi frutti. La parrocchia di santa Teresina ha infatti visto nascere, in meno di un anno, la nuova chiesa, l’annesso oratorio, un’associazione sportiva che coinvolge molti giovani, un prestigioso coro polifonico di adulti e ragazzi e sta compiendo un cammino, lento ma costante, di scoperta e crescita comunitaria nella fede. «Cercare - conclude don Delogu - insieme e con rispetto reciproco, è la cosa migliore in questa vita».

Donatella Sini

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