La Nuova Sardegna

Sassari

Guerra ai “furbetti” del sacchetto

Task force presto in azione. L’assessore Pinna: cassonetti lavati puntualmente

14 aprile 2016
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SASSARI. Cassonetti puliti se il conferimento è corretto. Così l’assessore all’Ambiente Fabio Pinna risponde alle lamentele dei cittadini che segnalano una scarsa pulizia dei contenitori. E a questo proposito annuncia un nuovo giro di vite nei controlli, con una speciale task force di barracelli che sarà implacabile nel sanzionare le violazioni dei “furbetti” del sacchetto.

«Il lavaggio viene eseguito nelle cadenze contrattuali: una volta al mese dal 1 novembre al 30 aprile, una volta alla settimana negli altri mesi – afferma l’assessore –. Dopo le segnalazioni sulla stampa, martedì 12 abbiamo effettuato un controllo da cui è risultato che i lavaggi, a partire dal 13 marzo, quindi in un mese, sono stati 4953, a fronte dei 4189 cassonetti presenti nel territorio comunale». Fabio Pinna è sicuro: non si scappa da questi dati «perché ognuna delle tre macchine destinate alla pulizia dei cassonetti ha inserito un sistema Gps che consente la tracciabilità indicando la data e l’orario in cui il cassonetto, dotato a sua volta di un codice, viene lavato». Secondo le verifiche del settore ambiente che segue in maniera specifica la raccolta differenziata eseguita da Ambiente Italia, da novembre 2015 a marzo 2016, il servizio di lavaggio è stato svolto regolarmente. Qualche problema è stato rilevato tra settembre e ottobre dell’anno scorso, ma Pinna ricorda che «in caso di inadempienze vengono applicate sanzioni alla dita che consistono in detrazioni sul canone mensile e i nostri controlli sull’osservanza del capitolato sono puntuali».

Però ci sono degli ostacoli oggettivi al mantenimento dei cassonetti puliti e dipendono dal fatto che negli orari in cui dovrebbero essere vuoti, al contrario contengono sacchetti di rifiuti. Una tirata di orecchie ai sassaresi che non rispettano gli orari, quindi. Ma anche alcuni obblighi. Come quello di chiudere le buste, perché il contenuto non si disperda e sporchi, e di non “scassinare” i contenitori di carta, vetro e plastica aprendo completamente il coperchio. Le fessure di dimensioni ridotte servono proprio perché si possono buttare all’interno solo i rifiuti che attraverso quelle fessure passano.

Una domanda a questo punto è di rigore: perché non istituire il porta a porta, che sta funzionando nelle borgate, anche alla città? «Potremmo farlo anche domani, ma avrebbe un costo del 30 per cento in più con riflessi sulla Tari – spiega Fabio Pinna –. Invito intanto i cittadini a collaborare, abbiamo l’obiettivo di raggiungere il 50 per cento di differenziata, basta un piccolo sforzo da parte di tutti». (p.f.)

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