La Nuova Sardegna

Sassari

Prostituzione, ieri l’interrogatorio

di Nadia Cossu ; di Nadia Cossu
Prostituzione, ieri l’interrogatorio

I due in carcere per sfruttamento non rispondono alle domande del giudice

09 aprile 2016
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SASSARI. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio davanti al giudice Michele Contini che alcuni giorni fa – accogliendo la richiesta del sostituto procuratore Corinna Carrara – ha disposto per Ugo Poggi e Edina Meszaros Ildiko la custodia cautelare in carcere. I due, assistiti dagli avvocati Claudio Mastandrea e Salvatore Galleri, sono accusati di essere a capo di un’organizzazione criminale composta da undici persone (5 sono state arrestate e sei al momento solo denunciate) dedite allo sfruttamento della prostituzione.

I due legali hanno chiesto al giudice l’attenuazione della misura cautelare sostenendo che l’esigenza della detenzione sia eccessiva dal momento che gli appartamenti nei quali si sarebbero verificati gli appuntamenti con i clienti sono chiusi da tempo, così come non sono più attivi i siti internet dove venivano pubblicati gli annunci con le “proposte” di sesso a pagamento. Gli avvocati Galleri e Mastandrea potrebbero anche fare ricorso al tribunale del Riesame.

Ugo Poggi (sassarese di 53 anni) nell’ordinanza del gip Contini viene descritto come «il braccio violento, qualora serva intimorire le ragazze che lavorano per l'organizzazione». E “intimorirle”, evidentemente, era necessario nel momento in cui alcune di loro decidevano di ribellarsi. Perché ad Alghero e a Sassari c’erano arrivate immaginando una vita differente e quando si sono invece rese conto che le giornate non le avrebbero trascorse proprio come avevano pensato hanno deciso di denunciare i loro “aguzzini” ai carabinieri della stazione di Alghero. E a quel punto è partita l’inchiesta della Procura.

Attraverso le intercettazioni dei carabinieri è stato possibile ricostruire il modus operandi dell’organizzazione che “accoglieva” a Sassari e Algherio ragazze, ragazzi e trans che venivano sistemati in cinque appartamenti dislocati tra il capoluogo e la città catalana. Dovevano soddisfare clienti di ogni estrazione sociale, professionisti o artigiani.

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