La Nuova Sardegna

Sassari

EX PETROLCHIMICO

Amianto e malattie, commissione avvia una inchiesta

PORTO TORRES. É di pochi giorni fa la morte di un lavoratore per una patologia che potrebbe essere legata all’esposizione all’amianto. Un segnale, l’ennesimo, proprio nel momento in cui - dopo anni...

24 marzo 2016
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PORTO TORRES. É di pochi giorni fa la morte di un lavoratore per una patologia che potrebbe essere legata all’esposizione all’amianto.

Un segnale, l’ennesimo, proprio nel momento in cui - dopo anni di attesa e di silenzi - la Commissione d’inchiesta sull’amianto in Sardegna riconosce il problema. E finalmente si decide di verificare anche che cosa è successo nello stabilimento petrolchimico di Porto Torres e dare giustizia a chi ha lavorato negli impianti industriali e anche ai potenziali cittadini coinvolti.

«L’esito della prima audizione della Commissione d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è positivo – afferma il senatore del Pd Silvio Lai –; l’organismo presieduto dalla senatrice Camilla Fabbri ha riconosciuto che il problema amianto in sardegna c’è e c’è stato. Una nuova audizione in commissione è già programmata per il 12 aprile». In quella occasione saranno sentiti anche i rappresentanti di Afeva Sardegna, una onlus che da anni lavora sui danni legati all’esposizione all’amianto.

«La nostra soddisfazione è legata soprattutto all’approccio che la presidente Fabbri ha avuto rispetto alla vicenda dell’amianto negli stabilimenti ex Enichem sardi. L’indagine dovrà appurare se c’è stata esposizione anche a Porto Torres – ha detto ancora Lai –. Il percorso che è stato aperto prevede altre importanti tappe: saranno sentiti i rappresentanti sardi dell’associazione Afeva ma si proseguirà anche sentendo le istituzioni regionali, le autorità amministrative e giudiziarie che stanno seguendo il caso, e attendiamo nelle settimane successive il sopralluogo della commissione».

La presidente Fabbri, ha affermato che si dovranno anche accertare le responsabilità delle gestioni degli stabilimenti. «Questo perché fare giustizia significa risarcire le vittime e i loro familiari – ha sottolineato il senatore del Pd – , ma anche individuare con precisione le responsabilità dirette e indirette, anche nei tanti silenzi». Passi avanti, quindi, oltre quel muro di silenzio che finora ha portato solo negazione dei diritti e scarso rispetto verso i lavoratori vittime dell’amianto. (g.b.)

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