La Nuova Sardegna

Sassari

La riqualificazione del Rio Mannu ora si fa più vicina

di Gavino Masia
La riqualificazione del Rio Mannu ora si fa più vicina

Oggi la conferenza di servizi per l’ok finale al progetto Tempi rapidi per l’appalto. Ponte romano, restauro fermo

16 marzo 2016
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PORTO TORRES. Gli uffici del Servizio Savi (Sostenibilità ambientale, valutazione impatti e sistemi informativi ambientali) dell’assessorato regionale della Difesa dell’ambiente ospitano oggi la conferenza di servizio finale del progetto di riqualificazione del Rio Mannu. Si tratta del Pit Fluviale finanziato undici anni fa con una somma di 6milioni e 700mila euro – con l’obiettivo di valorizzare una zona poco distante dall’ingresso del porto commerciale e dalla vasta area archeologica di Turris Libisonis – bloccato da un iter burocratico da record dovuto al fatto che il Sito di bonifica di interesse nazionale era stato perimetrato con un’estensione vastissima, oltre che eccessiva rispetto alle aree realmente inquinate.

L’ultima fase del progetto, già approvato dal ministero dell’Ambiente, dovrebbe essere definita nella conferenza di servizio odierna, in modo che il Comune possa predisporre quanto prima l’istruttoria per la gara d’appalto. La precedente amministrazione aveva provveduto a consegnare i lavori per l’esecuzione del Piano di caratterizzazione nel tratto finale del fiume e nell’area circostante, analisi dell’acqua e del suolo propedeutiche alla realizzazione del progetto, e dopo i carotaggi, effettuati sotto la supervisione della Soprintendenza, tutto risultava in ordine dal punto di vista ambientale.

Circa cinque mesi fa l’equipe dell’università di Cagliari, coordinata dal professore di Geofisica Gaetano Ranieri, aveva invece eseguito delle indagini georadar e prospezioni geoelettriche finalizzate a definire la struttura in fondazione del Ponte Romano e le eventuali emergenze archeologiche nell’area individuata all’interno del progetto di sistemazione idraulica del Rio Mannu. Indagini richieste dalla Soprintendenza archeologica, con una nota della responsabile della sede locale Gabriella Gasperetti, per chiarire la presenza di resti archeologici importanti che devono essere preventivamente preservati prima dell’inizio lavori sul fiume: non c’è ancora il risultato delle indagini fatte dall’ateneo cagliaritano, ma la cosa più importante per la Soprintendenza è quella di controllare attentamente ogni fase che riguarda i lavori per una ulteriore valorizzazione dell’area archeologica.

Gli interventi previsti in progetto riguardano la messa in sicurezza della foce del fiume e l’ampliamento dell’alveo per consentire la navigabilità e la rinaturalizzazione dell’ultima parte del corso d’acqua. Nella progettazione esecutiva l’appalto è stato poi suddiviso in tre lotti funzionali, dove si interverrà dalla foce per un tratto di circa 800 metri e saranno realizzate opere idrauliche e di protezione delle infrastrutture esistenti. Il corso d’acqua attraversa la città nella zona sud occidentale, più vicino alle campagne che al centro abitato, ma termina il percorso vicino alla zona archeologica e dopo aver attraversato il Ponte Romano. La Soprintendenza ha sollecitato varie volte le amministrazioni comunali per impegnarsi, accedendo a finanziamenti, ad avviare il progetto di restauro e recupero del ponte approvato da tempo.

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