La Nuova Sardegna

Sassari

Anglona, è rivolta: vogliamo il pediatra

di Mauro Tedde
Anglona, è rivolta: vogliamo il pediatra

I sindaci di sei Comuni chiedono all’Asl e alla Regione che venga sostituita la dottoressa trasferita dal primo marzo

21 febbraio 2016
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SEDINI. Alzata di scudi dei sindaci di Bulzi, Chiaramonti, Erula, Laerru, Martis e Sedini contro il paventato trasferimento del medico pediatra convenzionato di libera scelta che comporterebbe il rischio di chiusura definitiva degli ambulatori dei Comuni. Dopo la mobilitazione e le proteste dei cittadini del territorio, i sindaci dei sei centri anglonesi si sono incontrati a Sedini con il presidente territoriale del distretto socio sanitario di Sassari e sindaco di Santa Maria Coghinas, Pietro Carbini, per rappresentare, con una nota invita alla Asl di Sassari e all’assessore regionale alla Sanità, lo stato di grave disagio e preoccupazione evidenziato dai loro amministrati ed in particolare dai genitori dei pazienti del medico pediatra Maria Giovanna Zara, dal 1° marzo a Ossi.

«Ci rammarica il fatto – scrivono i primi cittadini – che, in qualità di rappresentanti ed autorità sanitarie locali, non sia pervenuta alla nostra attenzione nessuna comunicazione ufficiale da parte della direzione sanitaria locale, cosa che ci fa ritenere che questo sia l’ennesimo tentativo di voler imporre alle nostre cittadinanze una scelta calata dall’alto, vagliata e decisa in maniera unilaterale, senza alcuna condivisione e confronto con i rappresentanti dei territori interessati». I sindaci ritengono tale decisione del tutto incomprensibile ed assurda per queste realtà territoriali, che, viste le distanze e lo stato della viabilità, non possono essere private di un presidio istituzionale fondamentale quale è l’ambulatorio pediatrico. I sindaci ricordano che tutti i Comuni interessati sono considerati Comuni totalmente svantaggiati così come riportato dal programma di sviluppo rurale 2014-2020 della Regione. «Capiamo la necessità di risparmiare ed economizzare, ma, tuttavia, questo non deve essere sempre a discapito dei piccoli centri, rispetto alle reali esigenze e ai problemi che la nostra gente vive, ogni giorno, per aver garantito il diritto alla salute. Al contrario siamo convinti che il risparmio si faccia eliminando gli sprechi, non negando i diritti ai più deboli. L’eventuale soppressione degli ambulatori comporterebbe infatti un trasferimento dei piccoli pazienti nei paesi limitrofi dove operi un pediatra, sottoponendo i bambini ad un lungo ed estenuante percorso di viaggio di circa 30-40 km di media. A ciò si deve aggiungere che questi paesi risentono dei notevoli disagi riguardanti i trasporti pubblici, dovuti ad una vera e propria assenza di collegamenti con altri comuni o ad un trasporto pubblico poco frequente. Questa situazione graverebbe principalmente su quelle famiglie che, anche a causa della crisi economica, si trovano in condizioni di precarietà ed indigenza”. I sindaci chiedono perciò che dal 1° marzo sia data continuità al servizio ambulatoriale pediatrico e un incontro urgente con l’Asl.

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