La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, per punizione assistente sociale senza stipendio

di Salvatore Santoni
Sorso, per punizione assistente sociale senza stipendio

Sanzione disciplinare per la dipendente “infedele”. Contestati gli affidamenti fatti alla coop dove opera il marito

09 febbraio 2016
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SORSO. Trenta giorni di sospensione dal lavoro con contestuale blocco dello stipendio. È questa la sanzione che la commissione disciplinare ha irrorato all’ex responsabile dei servizi sociali del Comune di Sorso, Bonaria Mameli, per una serie di presunti affidamenti alla coop sociale dove opera il marito. Ma la presenza della dipendente a lavoro fa sorgere un piccolo giallo. Infatti, da una parte l’amministrazione sostiene che l’interdizione sia operativa dal 4 febbraio; dall’altra l’ex responsabile che fino rimane in attesa di una comunicazione formale da parte del dirigente. Nel frattempo, è partita l’indagine della Guardia di finanza.

La storia. La vicenda è partita nell’ottobre del 2015, quando l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Morghen, ha avviato un procedimento disciplinare nei confronti della responsabile dei servizi sociali Bonaria Mameli. Sotto la lente erano finiti una fitta serie di affidamenti – circa 280mila euro tra 2014 e 2015 – fatti alla cooperativa Da.Si.An, che a Sorso gestisce una comunità per l’accoglienza di minori e donne con bambini, e nel cui Cda siede il marito della dipendente comunale. Al centro della vicenda la sistemazione di alcuni minori, che sarebbero stati indirizzati alla coop esterna invece che alla Andalas de Aministade, altra coop con la quale il Comune sorsense ha già un contratto in essere. Sul caso era partito anche un esposto del consigliere comunale Gian Paolo Sanna.Nei confronti della responsabile dei servizi sociali era scattato un procedimento disciplinare che è giunto a conclusione pochi giorni fa dopo una serie di rinvii.

La sanzione. Le centinaia di pagine di memorie prodotte dalla dipendente non hanno convinto a pieno i colleghi della commissione che il 4 febbraio hanno chiuso il procedimento. «Permangono di fatto e di diritto tutti i presupposti che comportano la doverosa applicazione della sanzione disciplinare della sospensione», si legge nella motivazione. La sanzione irrorata è di 30 giorni di sospensione dal lavoro con contestuale blocco dello stipendio per lo stesso periodo.

Corto circuito. Nonostante ciò, fino a ieri mattina la dipendente era regolarmente sul posto di lavoro, in via Dessì. Secondo l’amministrazione la decisione è immediatamente operativa dal giorno della notifica (4 febbraio) e impugnabile soltanto davanti al giudice del lavoro. Di contro, la dipendente fa sapere di non aver ricevuto nessuno provvedimento del dirigente e che quindi ha continuato a presentarsi a lavoro, anche per evitare ulteriori quid pro quo. Il primo cittadino stenta a crederci: «Come? Oggi era al lavoro? Mi sembra strano perché la commissione ha notificato al decisione giovedì e il dirigente non ha fatto altro che comunicare la sospensione dello stipendio. Che altro c’è da comunicare?».

L’indagine. Nel frattempo, della vicenda si è interessata anche la Procura, che ha avviato un indagine affidata al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Sassari. Nelle ultime settimane, le fiamme gialle si sono presentate più volte al municipio di Sorso per prelevare centinaia di documenti.

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