La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, i Viandanti litigano col parroco: "Non faremo la Faradda"

di Giovanni Bua
La cappella dei Viandanti
La cappella dei Viandanti

Lettera aperta del Gremio all'arcivescovo: "A Sant'Agostino si stanno mettendo in discussione secoli di storia. Così non si può andare avanti"

07 febbraio 2016
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SASSARI. «Il gremio non potrà organizzare la festha manna di Nostra Signora, storico preludio alla Faradda, alla quale i Viandanti probabilmente non parteciperanno». Si chiude così la clamorosa lettera aperta, indirizzata all’arcivescovo Paolo Atzei e firmata da presidente e segretario dei carrattuneri, da una ventina di gremianti e da decine di soci onorari tra cui spiccano colonnelli e avvocati, professori e professionisti, e soprattutto tanti semplici e appassionati cittadini.

La lettera. Oggetto della richiesta di intervento rivolta all’arcivescovo una storia che, se non fossero i gremi e i candelieri cosa serissima, non potrebbe che far sorridere. Fatta di pezzi di scotch galeotti a sigillare la cassetta per le offerte, candelieri girati verso il muro, la cappella che custodisce il simulacro di Nostra Signora del Buon Cammino perennemente al buio. Schermaglie e dispetti, scontri, insabbiamenti, minacce ed intercessioni, culminate con una chiamata ai carabinieri nei giorni scorsi che ha fatto definitivamente degenerare la già caldissima situazione.

La rottura. Ad affrontarsi in un crescendo di incomprensioni che va avanti da mesi il nuovo amministratore parrocchiale arrivato a Sant’Agostino lo scorso aprile, don Antonello Muscas, e la storica corporazione cittadina. Due vicini di casa di vecchia data, visto che fu lo stesso Gremio, nato nel 1477, a consegnare nel 1901 alla Diocesi di Sassari la chiesa ricevuta dal Demanio nel 1868 dopo la soppressione degli ordini religiosi. Una cessione fatta conservando però la proprietà della cappella consacrata alla Vergine del Buon Cammino, con l’assicurazione che «la chiesa sarebbe stata sempre a disposizione del Gremio».

Casa nostra. Abbastanza per «Non sentirsi ospiti – recita la lettera dei Viandanti –. Nessuno dei sacerdoti che con vari incarichi sia tra i Domenicani che tra i Secolari si sono susseguiti nella comunità di Sant’Agostino ha mai pensato ciò e infatti i rapporti tra il Gremio ed il clero sono sempre stati ottimi».

Il don. Una familiarità evidentemente non gradita dal nuovo parroco vicario, don Antonello Muscas originario di Ales, arrivato in aprile dal Campidano e sicuramente poco avvezzo alla stretta convivenza con i gremianti. Subito iniziano i primi screzi, soprattutto, pare, con alcuni dei rappresentanti dei Viandanti. Con il prete che rivendica di essere «nella sua parrocchia padrone». E i gremianti che sottolineano: «In una generale crisi nella partecipazione dei fedeli, noi abbiamo tenuto alta l'attenzione della città sul tempio che custodisce Nostra Signora del Buon Cammino. Una devozione talmente sentita dalla pietà popolare sassarese che Papa Francesco nel 2014 ha voluto concedere l'indulgenza plenaria in occasione delle celebrazioni in onore della nostra patrona e l’indulgenza parziale ai fedeli “ogniqualvolta visiteranno il miracoloso simulacro carissimo al popolo turritano”».

I dispetti. Parole alte ma dispetti, più o meno documentabili, decisamente più di bassa lega. Che inevitabilmente finiscono per degenerare: «La cappella che ospita Nostra Signora del Buon Cammino è perennemente avvolta nel buio più totale – attaccano i gremianti –. Fa piangere il cuore vedere colei che da sei secoli e a buon diritto riconosciamo padrona di casa trattata in modo così irrispettoso. Quando però abbiamo provato ad entrare in chiesa per accendere le luci il sacerdote ha chiamato i carabinieri.»

Al buio. «Il Gremio – continuano i responsabili della confraternita – secondo degli accordi dettati dal buon senso e dall’amicizia, anche lo scorso agosto ha versato una generosa offerta per contribuire alle spese di illuminazione, ma se fosse necessario assolverebbe al versamento di altri danari pur di non lasciare il simulacro della sua Patrona in quelle condizioni di buio totale». Ma non sono solo le luci il problema: «La seconda domenica di gennaio ci è stato impedito di animare la celebrazione della messa secondo la consuetudine, motivo per il quale non potremo fare la funzione la prossima seconda domenica di febbraio», attaccano i Viandanti, per poi concludere: «Stando così le cose quest’anno, dopo secoli, il Gremio non potrà organizzare la Festha Manna di Nosthra Signora preludio alla Faradda alla quale probabilmente non parteciperemo».

L’appello. Da qui l’appello direttamente all’arcivescovo, affinchè si faccia mediatore in una lite che, di chiunque siano torti o ragioni, sta influendo sullo svolgimento di riti andati avanti per secoli. Offendendo un sentimento di devozione talmente profondo da meritare che sulla faccenda si faccia «un po’ di luce».

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