La Nuova Sardegna

Sassari

Corsia preferenziale per i disabili

Corsia preferenziale per i disabili

Chiuso con un patto tra ospedale e famiglia il caso sanitario del ragazzo autistico

24 gennaio 2016
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SASSARI. Si è chiusa con un incontro tra i vertici dell’azienda ospedaliero universitaria e i genitori la vicenda di Antonio, il ragazzo autistico protagonista, dieci giorni fa, di un episodio “sanitario” che aveva creato in lui e nella sua famiglia un notevole disagio. Il ragazzo si era sentito male in casa una domenica all’ora di pranzo e dopo l’intervento dell’ambulanza era stato trasportato al pronto soccorso e poi trasferito nel reparto di neuropsichiatria infantile dell’Aou per un controllo specifico. Si temeva infatti che fosse stato colpito da un attacco epilettico. Tutto l’iter di soccorso e diagnostico, che a quanto hanno riferito il commissario straordinario Giuseppe Pintor e il direttore sanitario Antonella Virdis dopo una sorta di indagine interna, risulta ineccepibile sotto il profilo clinico, ha causato forte agitazione e paura nel ragazzo il quale è stato sedato per essere sottoposto ai primi controlli ma poi, una volta cessato l’effetto del farmaco, è entrato in un profondo stato di agitazione che è proseguito in parte anche nei giorni successivi nonostante il rientro a casa. Ai genitori, che avevano denunciato il fatto di non essere stati informati adeguatamente sullo stato di salute del proprio figlio e su cosa poteva essergli accaduto, i vertici dell’azienda hanno risposto che, nonostante il protocollo sia stato seguito con correttezza, l’impegno è quello di migliorare l’aspetto della comunicazione con i pazienti e i loro familiari.

La mamma di Antonio, che sulla sua storia con questo figlio speciale ha anche scritto un libro, ne approfitta per sottolineare che troppo spesso le strutture ospedaliere non sono attrezzate, da un punto di vista umano, per assistere pazienti non collaboranti. In particolare persone affette da disabilità mentale con le quali l’approccio deve essere adeguato. «Mio figlio viene seguito in maniera eccellente nella struttura di Odontoiatria - dice la mamma di Antonio - ma per altre visite specialistiche di cui avrà bisogno a breve si porrà il problema di come farlo abituare agli ambienti, alle persone e ai macchinari. Ci sono persone che non riescono a far curare i propri figli disabili mentali per altre patologie anche gravi proprio per l’impossibilità di procedere alle visite senza creare disagio e agitazione».

Il direttore sanitario ha comunque chiesto alla famiglia di segnalare i problemi e proporre soluzioni per migliorare la qualità della vita dei disabili quando entrano in contatto con il sistema sanitario. (g.g.)

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