La Nuova Sardegna

Sassari

Ossi, processo alla maestra I bambini: «Ci picchiava»

di Luca Fiori
Ossi, processo alla maestra I bambini: «Ci picchiava»

Due ex alunni in tribunale protetti da un paravento confermano le accuse Sei anni fa la denuncia dei genitori: «Quell’insegnante umilia i nostri figli»

15 gennaio 2016
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SASSARI. Per evitare che durante la deposizione incrociassero lo sguardo della maestra di matematica, che sei anni fa li aveva terrorizzati con i suoi metodi, ritenuti eccessivamente violenti, li hanno protetti con un paravento, l’accorgimento utilizzato solitamente nelle aule bunker per i pentiti di mafia.

L’udienza pomeridiana, con il palazzo di Giustizia praticamente deserto, e l’aula a porte chiuse e senza curiosi, forse non sono bastati per rendere del tutto indolore l’esperienza in tribunale di due bambini di 12 anni chiamati ieri, dopo la scuola, a raccontare in un’aula penale una storia che forse avrebbero voluto cancellare dalla memoria.

Sul banco degli imputati la maestra Maria Pina Mastino, difesa dall’avvocato Gabriele Satta, accusata del reato di abuso dei mezzi di correzione o di disciplina. La vicenda risale al 2010-2011. Erano stati diversi genitori che non condividendo i metodi utilizzati dalla maestra nella scuola primaria di Ossi si erano rivolti ai carabinieri. Due famiglie avevano chiesto l’assistenza degli avvocati Michele Sanna e Maria Antonietta Sanna e si erano costituite parte civile. Altri cinque genitori avevano trasferito d’urgenza i propri figli in un’altra classe. La maestra inizialmente era rimasta al proprio posto, in quanto il dirigente scolastico, che aveva avviato un’indagine interna, non aveva raccolto prove sufficienti da poter intraprendere dei provvedimenti. Poi era arrivato il rinvio a giudizio e l’insegnante era stata trasferita nella scuola di Tissi, il paese vicino. Ieri due dei bambini che avevano raccontato ai genitori di aver ricevuto schiaffi e umiliazioni in classe davanti ai compagni, hanno confermato le accuse dallo scranno dei testimoni. Per farli sentire meno a disagio il giudice Silvia Guareschi si è avvicinata ai piccoli testimoni ed è stata lei l’unica a rivolgere le domande per conto degli avvocati della difesa e della parte civile. Entrambi i bambini hanno ricordato quello che avveniva in classe. Accuse che la maestra aveva sempre respinto: anche ieri pomeriggio è intervenuta per difendersi. A raccontare che i suoi metodi educativi erano troppo violenti erano state inizialmente le denunce di sette bambini, tutte concordanti e pesantissime. A loro si era aggiunto il racconto di un altro scolaro che prima aveva negato con forza che la maestra fosse violenta in classe e solo dopo qualche seduta da un neuropsichiatra infantile aveva trovato il coraggio di aprirsi, confermando le accuse dei compagni. «La maestra di matematica mi tira i capelli e le orecchie - aveva raccontato uno dei bambini - mi fa togliere gli occhiali e poi mi preme gli occhi con le dita. Oppure mi infila le dita nel naso e mi tira su, quasi mi solleva. Una volta mi ha tirato uno schiaffo che mi ha fatto anche uscire il sangue. Altri giorni invece mi urla che sono un asino. E poi ci dice che siamo lenti come tartarughe, che siamo delle lumache, degli asini, senza cervello, con la testa vuota, e che al posto della testa abbiamo i piedi». Giovedì prossimo saranno ascoltati alti due bambini, poi spetterà alla maestra sottoporsi all’esame: quello degli imputati.

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