La Nuova Sardegna

Sassari

Delitto Saba, la Procura a caccia di un Dna

di Nadia Cossu

Il pm Carrara ordina accertamenti tecnici non ripetibili su bastoni e telefoni sequestrati a Martis

12 gennaio 2016
2 MINUTI DI LETTURA





MARTIS. La Procura cerca tracce biologiche per procedere con «estrazione e tipizzazione del Dna» sugli oggetti sequestrati all’indomani dell’omicidio di Valentino Saba, l'allevatore di 64 anni ucciso a bastonate lo scorso 2 dicembre nelle campagne di Martis. Giovedì sarà conferito l’incarico ai tecnici nell’ufficio del sostituto procuratore Corinna Carrara, titolare delle indagini. Per quel delitto, in carcere c’è già un colpevole reo confesso: è Gavino Addis, 52 anni, “rivale” storico della vittima per vecchie questioni. La sua versione iniziale - «ho sorpreso Saba di notte nella mia azienda vicino alle pecore, aveva un bastone e l’ho disarmato e colpito per dargli una punizione» - continua evidentemente a non convincere gli inquirenti. Già lo scorso 30 dicembre il pm aveva incaricato i tecnici di esaminare il fuoristrada Mitsubishi di proprietà di Addis.

Secondo la Procura, il racconto fornito da Gavino Addis non sarebbe attendibile. E anche l’autopsia avrebbe aggiunto dubbi alla sua versione dei fatti: l’esame necroscopico ha infatti evidenziato che la vittima è stata colpita numerose volte e ha riportato fratture e lesioni in diverse parti del corpo. Un accanimento evidente, quindi, che ha rafforzato il sospetto che Valentino Saba possa essere stato affrontato da più persone e che quindi il delitto non sia stato commesso per legittima difesa.

Addis (assistito dall’avvocato Gianmario Fois) aveva raccontato agli investigatori di aver sorpreso la vittima nel suo podere e di averlo disarmato del bastone. Quindi lo avrebbe colpito più volte (per sua stessa ammissione) per difendersi. Il problema è che l’omicida non ha riportato neppure un graffio e il bastone consegnato spontaneamente non sarebbe compatibile con le lesioni mortali rilevate sul corpo della vittima. Il sospetto, quindi, è che l’arma del delitto possa essere un’altra che qualcuno avrebbe fatto sparire prima dell’arrivo dei soccorsi (chiamati dallo stesso Addis) e dei carabinieri. Da qui l’ipotesi che altre persone possano essere coinvolte. E da qui la decisione di eseguire accertamenti non ripetibili su diversi oggetti tra cui proprio i bastoni sequestrati nell’azienda di “Fransiscu Crappinu”. Il legale dell’arrestato e l’avvocato Giuseppe Onorato che tutela invece la famiglia della vittima potranno nominare propri consulenti tecnici.

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative