La Nuova Sardegna

Sassari

Agris, manca una firma 10 artieri senza lavoro

di Barbara Mastino
Agris, manca una firma 10 artieri senza lavoro

Un funzionario regionale non avrebbe chiuso la pratica prima di andare in ferie La vicenda spaventa le famiglie dei lavoratori assunti dopo una lunga vertenza

06 gennaio 2016
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OZIERI. Un’annosa vicenda che sembrava essersi conclusa positivamente un anno fa è tornata prepotentemente alla ribalta nei giorni scorsi: quella degli artieri precari Agris che dopo essere stati finalmente assunti dallo scorso gennaio ora sono nuovamente senza lavoro a causa del mancato rinnovo del loro contratto a fine dicembre. Il motivo? Un “pasticcio” burocratico che se non avesse risvolti drammatici su dieci famiglie saprebbe di barzelletta: la mancata firma da parte di un funzionario prima di andare in ferie. Lo racconta con rabbia e amarezza il capogruppo di Sel Daniele Cocco, protagonista, sin da quando sedeva nei banchi della minoranza, di una lunga battaglia che alla fine aveva portato alla redazione di un articolo della legge finanziaria che finanziava i contratti di lavoro per gli artieri che pur avendone diritto erano stati esclusi dalle stabilizzazioni iniziate nel 2008. La loro vicenda è arcinota così come è nota la conclusione che dal gennaio scorso aveva finalmente portato la progressiva assunzione di dieci artieri (risultati poi gli effettivi aventi diritto sui tredici esclusi, anche se pure per i tre rimasti si era pensato di poter fare qualcosa). Dieci famiglie che avevano tirato un sospiro di sollievo dopo anni di precarietà e un settore, quello della cura degli equini, a Ozieri e non solo, che aveva tratto vantaggio in termini di organizzazione del lavoro dopo anni di organico ridotto. La stabilizzazione degli ex precari era arrivata gradualmente, così come previsto dal programma di Agris che aveva ricevuto a tale scopo uno stanziamento di 900 mila euro annuo per i primi due anni. Ciò sino all’entrata definitiva a regime dei contratti che, quindi, dopo i primi due rinnovi, come prevede la citata legge dovranno diventare a tempo indeterminato come quelli degli altri colleghi artieri.

Ma a fine anno, qualche giorno fa, ecco l’intoppo: i contratti non sono stati rinnovati per questa mancata firma, una “dimenticanza” che però ha fatto pensare che dietro ci fosse ben altro, come per esempio la volontà di interpretare diversamente la norma e destinare quello stanziamento ad altri utilizzi.

«Una condizione non attuabile – spiega il promotore Daniele Cocco – perché la norma prevede esplicitamente che si tratta di un fondo vincolato per gli stipendi degli artieri ex precari aventi diritto. È quindi assurdo – aggiunge – che si pensi di poter destinare quei denari ad altri usi, così come è assurdo che un funzionario possa pensare di godersi le meritate ferie omettendo di emettere un atto così semplice eppure fondamentale come il rinnovo. Un’omissione che ha pesato come un macigno gettando nella disperazione dieci famiglie di lavoratori che hanno questa come unica fonte di reddito. Non so se il funzionario in questione abbia dubbi sulla norma, ma voglio rassicurarlo: la norma non è interpretabile, l’unica cosa da fare è firmare». Se ne riparlerà lunedì 11, quando riapriranno gli uffici.

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