La Nuova Sardegna

Sassari

Condotte choc a Sassari: ecco dove passa l’acqua potabile

Luigi Soriga
Condotte choc a Sassari: ecco dove passa l’acqua potabile

Metà della rete idrica è in condizioni pietose, ostruita da incrostazioni di ogni tipo che poi generano il liquido giallastro

05 dicembre 2015
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SASSARI. Quando si parla di condotte vecchie e degradate l’immaginazione va in automatico sul tubo mezzo marcio sostituito nel bagno di casa. Ecco, quel po’ di ruggine e calcaree non è niente rispetto alle condizioni delle condotte Abbanoa che scorrono sotto la pelle di Sassari.

Il segmento di rete prelevato e sostituito da via Principessa Jolanda sembra uno di quei reperti subacquei rimasti per qualche secolo a marcire negli abissi accanto a qualche relitto. Sessant’anni fa era un tubo con un diametro da 200, di quelli con una portata d’acqua capace di servire almeno 1500 abitanti. Ora la larghezza effettiva della condotta si è più che dimezzata, perché nei decenni si è incrostato e sedimentato di tutto. E quelle protuberanze rosse che sembrano dei brufoli ferrosi, sono dei tubercoli imbottiti di manganese. Se l’acqua passa lì dentro per chilometri e chilometri, poi non c’è tanto da meravigliarsi se dal rubinetto di casa uscirà con delle colorazioni inquietanti.

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Non c’è da meravigliarsi nemmeno dei cali di pressione, visto che in certi tratti i tubi, imbottiti di incrostazioni, si trasformano in cannucce. E neanche del fatto che il 45 per cento dell’acqua non arriverà mai a destinazione, perché si perde nel viaggio che fa all’interno della rete colabrodo. Quanti sbalzi di pressione o sussulti può reggere un tubo così malridotto? Ogni quanti mesi è destinato a rompersi?

«Più della metà della rete idrica di Sassari – spiega il direttore generale di Abbanoa Sandro Murtas – versa nelle identiche condizioni del tubo sostituito in via Principessa Jolanda. Quando noi facciamo le analisi dell’acqua all’uscita dal potabilizzatore i valori sono a norma. Poi il liquido percorre 13 chilometri di tubi malati, pieni di sedimenti di manganese, e per forza assume una tonalità giallastra. Magari non è nè tossica e nè cancerogena, ma è anche normale che l’utente si allarmi e ci pensi due volte prima di utilizzarla».

L’intervento radicale in via Principessa Jolanda è nato da una banale segnalazione: qualche giorno fa un condominio si era lamentato per l’assenza di pressione.

Le riparazioni inizialmente si sono concentrate sul singolo allaccio, dopodiché è emerso un segmento di rete completamente ostruito e pieno di perdite. Abbanoa a quel punto ha deciso la sostituzione totale del tratto di condotta. Il costo è di circa 2000 euro a metro, perché c’è da bucare e poi riparare l’asfalto e poi rifare gli allacci alle varie utenze.

«E’ in corso la mappatura di tutte le reti : via per via, quartiere per quartiere, zona per zona si sta portando avanti un programma di monitoraggio del loro stato, della loro origine dei materiali utilizzati e delle principali criticità – dice Murtas – A ogni intervento eseguito nella rete (una trentina alla settimana) si aggiunge anche un’attività di archiviazione della documentazione dei lavori compiuti. E’ la prima vera mappatura delle reti di Sassari: Abbanoa, infatti, non ha mai ricevuto dai precedenti gestori la documentazione dettagliata delle infrastrutture sotterranee. Ciò ha notevolmente complicato la gestione delle emergenze, costringendo le squadre a continue riparazioni straordinarie. Per fortuna il programma di investimenti previsto per Sassari ammonta a 30 milioni, con i quali sarà possibile rinnovare e rendere più efficiente la rete. Intanto dalla scorsa settimana è stata ristabilita la potabilità dell’acqua in tutto il centro urbano».

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