La Nuova Sardegna

Sassari

il processo

Molestie al telefono, assolto Nadali

Il giudice: «Manca la prova che fosse lui a chiamare e mandare sms»

29 novembre 2015
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SASSARI. È vero che quel cellulare apparteneva a lui – la polizia tempo prima glielo aveva trovato in macchina e gli aveva contestato il furto – ma non c’era però la prova che fosse stato lui a molestare con quello stesso cellulare una ragazzina di Sassari. Per questo il giudice ha assolto Giovanni Nadali, personaggio ben noto alle cronache giudiziarie.

L’accusa nei suoi confronti, stavolta, era quella di molestie. Una giovane studentessa a un certo punto, in preda al panico, presenta una denuncia contro ignoti in questura. Da un po’ riceve telefonate oscene, proposte indecenti via sms, avances da parte di un uomo che non conosce. Ha paura e si rivolge alla polizia. Gli agenti risalgono a Nadali, è lui il proprietario del cellulare. Ma non della scheda Sim che risulta invece intestata a un’altra donna. A lui la questura risale proprio perché in precedenza gli avevano trovato in macchina dei telefonini rubati. E proprio da quel ritrovamento e sequestro di telefoni era partita l’indagine approfondita della polizia che lo aveva anche fatto finire in carcere per ricettazione. Per quei fatti ha già patteggiato una pena di due anni.

Questo era un altro procedimento e questa volta – sempre assistito come nei precedenti casi dall’avvocato di fiducia Antonio Secci – è arrivata l’assoluzione. Perché, come ha sottolineato il legale in udienza, non è emersa la prova che le telefonate ricevute da questa ragazzina fossero state fatte da Nadali. E in assenza di un riconoscimento vocale, al giudice non è rimasto altro da fare che scagionare l’imputato.

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