La Nuova Sardegna

Sassari

Area metropolitana negata, la rivolta degli imprenditori

di Giovanni Bua
Area metropolitana negata, la rivolta degli imprenditori

Le associazioni di categoria del Nord trovano l’unità e l’energia mancata alla politica «Il disegno di legge Erriu ignora una realtà produttiva fondamentale per tutta l’Isola»

06 novembre 2015
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SASSARI. Trovano l’unione tra Sassarese e Gallura che alla politica è mancata. E sbattono i pugni sul tavolo con una forza che i rappresentanti del territorio in Regione sembrano non avere più. Sono un nutrito gruppo delle associazioni che rappresentano le imprese del nord: Confapi e Confcommercio, Confartigianato e Cna, Confesercenti, Coldiretti e Cia. Che firmano una nota congiunta, che pesa quanto le oltre 9mila imprese che rappresentano, ma soprattutto rende plastica una unità di sigle, intenti e di territori che da tempo non si vedeva. A far da collante la battaglia per l’area metropolitana nel Nord. Messa in soffitta dal consiglio regionale, ma non da un ’area geografica e produttiva ancora in piena mobilitazione.

«Il sistema delle imprese del Nord Sardegna – spiega la nota congiunta – prende atto del dibattito in corso e delle posizioni espresse in merito al disegno di legge di riforma degli enti locali che, allo stato attuale, prevede la creazione in Sardegna della sola area metropolitana di Cagliari. Le Associazioni, pur rispettose delle prerogative del Consiglio Regionale, ritengono doveroso esprimere il proprio totale ed assoluto dissenso verso tale ipotesi, che finirebbe per accentuare il già presente ed ingiustificato divario nelle risorse destinate all'area di Cagliari rispetto al resto dell'Isola».

«Pur riconoscendo il peso ed il ruolo del capoluogo di Regione – continuano le associazioni – peraltro derivante in larghissima parte dalla abnorme concentrazione dei terziario pubblico, sottolineano che in termini economici reali, costituiti dal valore aggiunto prodotto dal sistema delle imprese, tale area costituisce solo una parte limitata del mondo economico isolano».

«Per contro, il disegno di legge non solo volutamente ignora tale realtà ma pone in campo argomentazioni non concretamente supportate – attaccano i rappresentati delle imprese del Nord dell’Isola – dando chiaramente il segnale che si tratti dell'ennesimo sopruso a danno delle altre realtà socio economiche della Sardegna».

«Rispetto al passato, però – sottolinea il documento congiunto – una simile scelta condannerebbe, di fatto, alla marginalità le imprese e le comunità del resto dell'Isola. Inqualificabile, infine, qualsiasi proposta di "compensare" il mancato riconoscimento giuridico di un ente di governo, quale è l'area metropolitana, con somme finanziarie: mentre nel primo caso si tratta di un ente deputato "per legge" alla governance del territorio a cui si legano rilevanti risorse permanenti e importanti servizi (Camera di Commercio, Università, Sanità, ecc), nel secondo caso si parla di finanziamenti che arriverebbero solo in seguito alla presentazione di progetti, cosa questa che già normalmente avviene con i fondi comunitari».

«Il sistema delle imprese del Nord Sardegna – chiude la nota firmata dai rappresentanti di oltre 8mila imprese del territorio – pertanto, chiede al Consiglio Regionale di farsi interprete delle esigenze di crescita dell'intera Sardegna, prevedendo due o più aree metropolitane, cosa questa che non lederebbe le prerogative del Capoluogo di Regione ma, al contempo, consentirebbe a tutte le imprese sarde di competere disponendo delle stesse prerogative del resto d'Europa. In ogni caso, le Associazioni si riservano di adottare, a sostegno delle esigenze rappresentate, ogni possibile iniziativa atta a scongiurare un danno irreparabile a danno del Nord Sardegna».

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