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peste suina

La burocrazia uccide il maialetto

La burocrazia uccide il maialetto

Gli allevatori: «Giro vorticoso di autorizzazioni e il porcetto da latte invecchia»

12 ottobre 2015
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SASSARI. Con l’ingresso trionfale del porcetto sardo all’Expo di Milano il mercato del maialetto da latte in Sardegna ha ripreso lentamente quota e anche gli allevatori hanno potuto rilanciare le loro produzioni.

Nelle zone di protezione dalla peste suina permangono però ancora un serie di divieti ed è comunque necessaria la cosiddetta “macellazione in deroga”. L’allevatore deve informare e far analizzate i maialetti dal veterinario della Asl il quale dopo una serie di analisi autorizza l’abbattimento dei capi. Purtroppo però non è così semplice perché nonostante la tempestività e la solerzia dei veterinari le richieste vanno inoltrate alla Asl, la quale a sua volta le deve inoltrare al ministero della Salute.

Questo comporta molto spesso un’attesa per l’ottenimento dell’autorizzazione a macellare anche di 20 giorni, perché il ministero deve dare il via alla Asl e questa può comunicare finalmente tramite il veterinario l’ottenimento del via libera. Il problema è però che in quei giorni i maialini da latte continuano a ingrassare e dopo 20 giorni non sono più “da latte” e perdono così l’apprezzamento da parte dei compratori. A lamentarsi di questa situazione sono diversi allevatori dell’Anglona.

«Il porcetto da arrosto viene richiesto con un determinato peso - spiegano - ma l’attesa dei “fogli rosa”, peraltro abbastanza inutili visto che i nostri allevamenti sono supercontrollati e monitorati costantemente dai veterinari,, fa sì che i maialetti superino il peso richiesto e i macellai non li comprano più oppure li acqiestino a un prezzo più basso. La lunga attesa comporta anche dei danni visto che la scrofa una volta svezzati tende ad allontanare i piccoli e così facendo li ferisce se non addirittura li uccide. Ci vorrebbero procedure più snelle e rapide e non un giro vorticoso e inutile di autorizzazioni».

Mauro Tedde

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