La Nuova Sardegna

Sassari

Ossi, le piogge e il canale tombato alto rischio per il centro storico

di Pietro Simula
Ossi, le piogge e il canale tombato alto rischio per il centro storico

Il sindaco mette in guardia sugli esiti dello studio di compatibilità idraulica e sulla videoispezione Il riu Badde è un torrente innocuo, ma con gli acquazzoni potrebbe diventare pericoloso

10 ottobre 2015
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OSSI. Gli eccezionali eventi meteorologici che si stanno ripetendo anche in Sardegna cominciano a destare preoccupazione tra gli amministratori comunali di Ossi. O dovrebbero.

Il problema è il canale tombato che copre il Riu ’e S’Adde nel tratto che partendo da Fundone scorre sotterraneo attraversando il centro storico per oltre un chilometro sino all’inizio della vallata di S’Erimu, sotto la provinciale, all’ingresso da Sassari.

Le prime polemiche erano scoppiate in occasione dei lavori del Parco comunale di Fundone, realizzato a monte del “tombato”, attorno al rio. Ad accelerarle progressivamente sono stati due provvedimenti avviati dall’amministrazione Lubinu a fine 2014: lo studio di compatibilità idraulica, finalizzato al piano particolareggiato del Centro Matrice, di un ampio tratto dell’asta fluviale del Riu ’e S’Adde comprendente anche il tombato; la video ispezione dello stesso canale tombato.

L’esito dell’uno e dell’altra ha portato alla luce una serie di problematiche che impongono la necessità di interventi urgenti, rapidi ed efficaci, anche in ottemperanza ad una direttiva emanata recentemente dalla Regione che detta norme, modalità e tempi “per lo svolgimento delle verifiche di sicurezza dei canali tombati esistenti”.

La storia del Riu Badde è la storia di un torrentello pacifico, con una portata modesta nelle stagioni normali; ma che periodicamente, trovandosi al centro di un bacino imbrifero molto ampio, è interessato da eventi alluvionali di notevole portata che, facendolo esondare, hanno coinvolto in passato l’abitato, creando danni considerevoli alle case e alle persone.

Dallo studio di compatibilità idraulica emerge, tra l’altro, che l’insufficienza della sezione idraulica del canale tombato causi l’esondazione delle portate calcolate anche per il tempo di ritorno minore (50 anni) e il conseguente deflusso superficiale nella viabilità cittadina. Si parla, insomma, di pericolosità idraulica molto elevata, classificata Hi4, la massima.

Se l’imboccatura del canale è giudicata insufficiente in partenza, ad essere addirittura allarmanti sono le condizioni del suo percorso interno, documentate dall’esito della video ispezione, resa pubblica dall’allora sindaco Lubinu in un’assemblea svoltasi nel mese di maggio al Cinema Casablanca. La capacità massima del canale tombato all’ingresso è di 3,5 mc/sec. Ma, commenta lo stesso Lubinu in una sua esternazione su Facebook, «la cosa problematica è che, a un certo punto, il canale si restringe paurosamente, tanto da non poter camminare nemmeno gattonando». E in quel punto, infatti, si è fermata la video ispezione, che non ha potuto quindi essere portata a termine. «Il canale è inizialmente molto largo, poi procede per un tratto a gradoni fino a restringersi a causa di manufatti di cemento armato che ne riducono drammaticamente la portata – spiega Lubinu – Le opere in cemento armato (realizzate in epoche successive) riducono il canale tombato del 70%, facendo scendere la stima della portata da 3,5 mc/sec a 1,0 mc/sec».

Di fronte a questa situazione piuttosto preoccupante l’amministrazione dispone soltanto di 27 mila euro per la pulizia del canale, una cifra insignificante per un’operazione inutile a fronte di esigenze di intervento ben più impegnative. C’è da sperare in un andamento meteorologico che non svegli dal letargo il pacifico torrentello.

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