La Nuova Sardegna

Sassari

Soccorso disabili, modello da copiare

di Vincenzo Garofalo

Progetto all’avanguardia di vigili del fuoco e università In caso di emergenze protocolli nuovi e software ad hoc

09 settembre 2015
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SASSARI. Tempi di intervento ridotti e elevata qualità dei soccorsi alle persone disabili in tutte le situazioni di emergenza e rischio. È il risultato di un progetto messo a punto in un anno di studi e sperimentazioni dai vigili del fuoco di Sassari, dal dipartimento di Scienze biomediche dell’università sassarese con la collaborazione del Comune.

Un progetto unico in Italia che, grazie anche alla realizzazione di un software ad hoc, si propone come modello nazionale e internazionale da applicare in tutte le strutture pubbliche e private per gestire nella maniera più opportuna ed efficiente i soccorsi alle persone non autosufficienti o con ridotta capacità motoria. I risultati del progetto sono stati presentati ieri dal comandante provinciale dei vigili del fuoco, Angelo Porcu, affiancato dal sindaco, Nicola Sanna, dal rettore dell’università, Massimo Carpinelli, dalla professoressa del dipartimento di Scienze biomediche, Iolanda Mura, e dal segretario della Società italiana di medicina del lavoro, Antonello Serra.

Come ha spiegato il vicecomandante provinciale dei vigili del fuoco, Luca Manselli, il progetto è si è sviluppato nel corso di un anno, studiando e sperimentando i metodi di soccorso alle persone disabili ospitate a “Casa Serena”, la struttura di riposo per anziani del Comune. Con la collaborazione del personale specializzato che lavoro al servizio degli anziani, i vigili del fuoco e l’università hanno studiato i piani di emergenza e le modalità di soccorso che venivano messi in pratica nell’istituto prima dell’inizio del progetto.

In questo modo sono state rilevate le criticità e sono stati messi a punto i correttivi da applicare per rendere la gestione del rischio e delle emergenze più rapide ed efficienti. Il fulcro del progetto sono stati proprio i disabili, attorno ai quali la macchina dei soccorsi è stata concepita in maniera del tutto innovativa.

«Il disabile è stato considerato non in ragione della sua disabilità ma delle sue capacità residue, facendo di queste un elemento fondamentale per la riuscita dei soccorsi», ha spiegato il medico Antonello Serra. Per ogni disabile è stato creato un piano di emergenza personalizzato, studiato dopo simulazioni degli interventi di soccorso e con la formazione specifica degli operatori di Casa Serena. A questi assistenti sono state fornite tutte le nozioni per migliorare le tecniche di movimentazione dei disabili e per la gestione psicologica delle persone da soccorrere. Sono stati anche rivisti e migliorati gli “spazi calmi”, le zone all’interno dell’istituto dove le persone vengono radunate in caso di emergenze, nell’attesa dei soccorsi. L’intero studio e le sperimentazioni portate avanti per un anno sono state tradotte in un software in grado di dettare tempi e modalità di intervento dei soccorsi in base alle singole emergenze. «Il progetto non si ferma qua», hanno spiegato i responsabili del programma, «il prossimo passo sarà proprio quello di rendere questo progetto un modello applicabile su scala nazionale».

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