La Nuova Sardegna

Sassari

L’OSPEDALE DEL FUTURO

A Sassari una cittadella sanitaria da 95 milioni di euro

di Vincenzo Garofalo
A Sassari una cittadella sanitaria da 95 milioni di euro

Presentato il progetto che unirà le cliniche universitarie e il Santissima Annunziata. L’appalto dei lavori entro agosto

01 agosto 2015
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SASSARI. Edifici a vetri, tutti collegati fra loro, una piazza e viale San Pietro trasformata in una sorta di parco urbano dove l’unico mezzo ammesso sarà Sirio, il trenino della metropolitana di superficie. Esteriormente apparirà così la cittadella sanitaria da 95 milioni di euro, 750 posti letto e standard di alta qualità che, nel 2020, sarà al servizio del nord Sardegna. Tutto in una nuova struttura ospedaliera che incorporerà le cliniche universitarie e il Santissima Annunziata ridisegnando il futuro della sanità isolana. Il progetto preliminare commissionato dalla “Aou” sassarese a un pool di professionisti che associa diversi studi di progettazione (Politecnica ingegneria e architettura di Modena, Metassociati srl di Macomer, i danesi della Møller, e lo Studio professionisti associati di Cagliari) è stato ultimato a tempo di record, ed è stato presentato alla commissione Urbanistica .

La gara. Entro agosto l’azienda ospedaliero universitaria dovrebbe bandire la gara d’appalto da 95 milioni di euro e assegnare i lavori entro la fine dell’anno, pena la perdita del corposo finanziamento deliberato dal Cipe, quasi perso già una volta per scadenza dei termini e «riacciuffato per i cappelli il novembre scorso grazie alla giunta regionale», come ha spiegato il commissario straordinario della Aou, Giuseppe Pintor, alla commissione comunale presieduta da Marco Manca.

I tempi. Se tuto procederà senza intoppi, secondo le previsioni dei progettisti la cittadella sanitaria dovrebbe essere completata in quattro, cinque anni di lavori. E il risultato, come illustrato giovedì dall’ingegner Gianni Mura, uno dei professionisti che hanno ideato e realizzato il progetto, sarà ai limiti della fantascienza per la sanità sassarese, da sempre relegata in angusti e vecchi edifici.

Altri fondi. Soprattutto se l’Aou otterrà altri fondi per costruire anche una terza stecca a valle del palazzo Clemente: «Abbiamo già inoltrato una richiesta alla Regione», hanno spiegato il commissario Pintor e il responsabile del Servizio tecnico dell’Azienda ospedaliero universitaria, Roberto Manca, «Abbiamo stimato che sarebbero necessari circa 60 milioni di euro. Speriamo che si possa trovare un canale per ottenere il finanziamento, perché in questo modo si potrebbe realizzare una cittadella sanitaria davvero completa».

Palazzo Clemente. L’idea è quella di trasferire nella terza stecca le due Medicine, per poter liberare il Palazzo Clemente e utilizzarlo per funzioni sanitarie non primarie. Per il momento si va avanti con il progetto già approvato e con i 95 milioni già disponibili. E bisogna fare in fretta per non rischiare di vedere sfilare via il vagone con i soldi del Cipe: «Chiediamo al consiglio comunale la massima collaborazione», ha detto il direttore sanitario dell’Aou, Antonella Virdis, «perché non possiamo permetterci di perdere un solo giorno. Ai progettisti abbiamo chiesto di darci un progetto che non diventi l’ennesima incompiuta».

Le opere. Gli interventi prevedono la demolizione dell’attuale palazzo rosso all’angolo fra viale san Pietro e via De Nicola, già da tempo dichiarato irrecuperabile, e la costruzione nella stessa area di un edificio moderno che ospiterà il Materno infantile, con tanto di parcheggio interrato e piazza in superficie. Il Materno infantile sarà collegato con quello che sarà il nuovo ingresso principale dell’ospedale, proprio davanti all’attuale palazzo delle Malattie infettive. Il Palazzo Clemente sarà ristrutturato da cima a fondo e usato per le Medicine, saranno completate le due stecche bianche, con la realizzazione del nuovo Pronto soccorso, alle spalle delle stesse. I vecchi edifici delle cliniche universitarie saranno recuperati per essere utilizzati come uffici. Tutte le strutture saranno collegate fra loro con percorsi interni e tunnel. Saranno dismesse anche le vecchie ali del Santissima Annunziata, e per i locali lasciati liberi ci sono due prospettive: la demolizione o la ristrutturazione per ospitare servizi socio sanitari. Ma questo sarà un altro passo, e se ne parlerà dopo il 2020.

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