La Nuova Sardegna

SORSO. Fabrizio Gastaldi, il 44enne sassarese che domenica pomeriggio è rimasto vittima di un brutto incidente mentre nel parco acquatico Water Paradise di Sorso, è ancora ricoverato in Rianimazione: fino a ieri sera i medici non avevano ancora sciolto la prognosi.

L’uomo, arrivato alla fine del “Toboga” – il nome degli scivoli elicoidali adatti per grandi e piccini – si era tuffato nella piscina (pur essendo vietato farlo) andando a sbattere sul fondo alto poche decine di centimetri. L’incidente è accaduto sotto gli occhi di circa un migliaio di visitatori. Il direttore del parco acquatico è stato tra i primi a fiondarsi a bordo piscina. «La bagnina che si occupava della vigilanza di quel gioco acquatico ha utilizzato il fischietto per avvertire l’uomo del pericolo, considerato che si trovava in piedi alla fine dello scivolo ed è molto pericolosa come manovra», racconta il direttore del Water Paradise, Marco Pinna.

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A nulla sono valsi gli avvertimenti: in un attimo l’uomo era già sott’acqua, privo di sensi. A quel punto sono intervenuti gli infermieri del parco, insieme ad alcuni medici che si trovavano nella struttura insieme alle rispettive famiglie. Fabrizio Gastaldi è stato tirato via dall’acqua mentre era ancora incosciente e subito è stato rianimato. «Ci siamo alternati con gli altri nella manovra di massaggio cardiaco e quando è arrivata l’ambulanza l’uomo aveva già ripreso conoscenza, anche se era ancora molto confuso», racconta Roberto Monte, l’infermiere in forza alla struttura. Il 44enne è stato quindi portato d’urgenza nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santissima Annunziata di Sassari dal personale del 118 giunto nel parco, insieme ai carabinieri di Sorso. Secondo i primi esami, Fabrizio Gastaldi avrebbe riportato un forte trauma cranico e la frattura di alcune vertebre con interessamento del midollo. Il bollettino medico che verrà emanato nelle prossime ore chiarirà se l’uomo rischia o meno la paralisi.

Fino a domenica pomeriggio, al Water Paradise non si era verificato alcun incidente. «Per noi la sicurezza è una cosa seria e importante – conclude il direttore – e lavoriamo molto per farci trovare pronti anche nelle situazioni più gravi». Purtroppo, però, non solo quella piscina non è adatta ai tuffi (circa mezzo metro di profondità) - funge soltanto da freno per chi esce dalle attrazioni del “Toboga” e del vicino “Multipista”- ma quei comportamenti sono anche vietati dal regolamento.