La Nuova Sardegna

Sassari

Un Natale passato in auto per una coppia di sfrattati

di Vincenzo Garofalo
Un Natale passato in auto per una coppia di sfrattati

Francesco e Angela vivono da 22 giorni nella vettura in via Principessa Jolanda Il sindaco di Olbia Giovannelli li ha cacciati da una casa comunale da restaurare

27 dicembre 2014
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SASSARI. Francesco e Angela quest’anno non hanno avuto un albero di Natale sotto cui riporre i doni. E nemmeno una casa dove metterlo.

Francesco e Angela sono marito e moglie, hanno 51 e 37 anni, sono di Olbia, e alle 7 del mattino del 4 dicembre la loro vita è cambiata di botto. Su ordinanza del sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, la polizia municipale accompagnata da due assistenti sociali del Comune, ha bussato alla porta del loro appartamento a Porto Rotondo, e li ha costretti a lasciare la casa dove abitavano da quasi quattro anni, ospiti dello stesso Comune di Olbia.

Nell’ordinanza è scritto che l’appartamento, entrato nel patrimonio comunale come bene confiscato alla mafia, deve essere ristrutturato per poi essere assegnato a una famiglia bisognosa, per cui gli occupanti devono lasciare libero l’immobile.

Da quel momento Francesco e Angela hanno raccattato le poche cose che sono riusciti a prendere dalla loro casa, hanno accompagnato la figlia sedicenne dai nonni materni, a Cagliari, e sono arrivati a Sassari. Hanno parcheggiato la loro auto in via Principessa Jolanda, proprio davanti allo studio degli avvocati Pietro Diaz e Simona Pedde, loro legali di fiducia, e da quel momento vivono lì. Rannicchiati sui sedili di una Skoda Felicia bianca del ’99. Al mattino vanno a lavarsi nella struttura di accoglienza Drop in, alla sera ricevono la visita dei volontari Guardian Angels, e la notte accendono il motore della vecchia Skoda per azionare il riscaldamento, e si addormentano ripiegati sotto una coperta di lana che dividono con il loro cagnolino. Vivono così da 22 giorni.

«Aspettiamo giustizia e la nostra casa», dice Francesco mentre passeggia nervosamente attorno alla sua auto-appartamento avvolto in una giacca di velluto consunta e riscaldato da un cappuccio di lana che gli copre la testa. «Abbiamo presentato una denuncia al prefetto e una alla Questura di Sassari. Non capiamo perché il sindaco di Olbia e le assistenti sociali ci abbiano buttato fuori da casa con violenza, e ci chiediamo se chi esercita un ruolo istituzionale possa accanirsi in questo modo contro una famiglia che non ha fatto nulla di male».

Angela resta seduta in auto, si ripara dal freddo, accarezza il cagnolino e stringe in mano il telefonino, «sto aspettando che mi chiami mia figlia. Adesso sta bene, ma il giorno dello sgombero è rimasta davvero scioccata».

Lo studio legale che li assiste nella battaglia ha offerto loro un alloggio dove ripararsi almeno in questi giorni di festa, e di freddo. Ma Francesco e Angela non ne vogliono sapere, «stiamo qui fino a quando non avremo giustizia. Non abbiamo più un soldo. Ci sono rimasti 40 euro in tasca, dove vuole che andiamo?», dice lui accennando a un sorriso amaro, appena nascosto da pizzetto e baffi.

«Siamo gli ultimi degli ultimi, vogliono che muoia in macchina di freddo e di fame? E allora morirò sul sedile della mia auto, ma non mi arrendo».

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