La Nuova Sardegna

Sassari

Indagini difficili, gli aggressori mai individuati

Non li aveva visti in faccia, non sarebbe in grado di riconoscerli, ma fin dal primo momento aveva auspicato che potessero essere individuati: «Devono pagare». Da quella notte di ottobre di un anno...

16 novembre 2014
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Non li aveva visti in faccia, non sarebbe in grado di riconoscerli, ma fin dal primo momento aveva auspicato che potessero essere individuati: «Devono pagare».

Da quella notte di ottobre di un anno fa, la donna vive nella speranza che i due uomini che le hanno teso l’agguato nel cortile dell’ospedale possano essere individuati. Le indagini, però, sono tutt’altro che semplici e - purtroppo - gli elementi a disposizione degli investigatori sono davvero pochi. E poi erano stati fortunati anche durante la fuga: niente telecamere e neppure testimoni.

Da allora sono cambiate poche cose, nel piazzale interno dell’ospedale dove era avvenuto il grave episodio.

Il tunnel è stato chiuso, c’è un po’ più di attenzione e le verifiche interne disposte dalla Asl non hanno aggiunto particolari a quelli che già si conoscevano.

In questi casi l’inchiesta può essere agevolata solo dalla scoperta di impronte o altre tracce biologiche utili, da una testimonianza decisiva. E anche da un po’ di fortuna.

Purtroppo non è andata così e per le vittime resta anche la paura di vivere tutti i giorni con «l’incubo di poterli trovare da qualsiasi parte e non riconoscerli. Loro invece sanno chi sono io», ha detto l’infermiera pochi giorni dopo l’episodio. É passato più di un anno, e dei due uomini si sono perse le tracce. (g.b.)

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