La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidio di Buddusò, la difesa: il pm si basa solo su congetture

di Nadia Cossu ; di Nadia Cossu
Omicidio di Buddusò, la difesa: il pm si basa solo su congetture

Si avvia a conclusione il processo per il duplice delitto Bacciu Il 24 novembre le repliche e subito dopo la sentenza

14 novembre 2014
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SASSARI. «La discussione del pubblico ministero Scalas è stata un racconto dell’ordinanza di custodia cautelare dalla quale sono stati estrapolati dei fatti per pura convenienza. Fatti che nel corso della requisitoria non sono stati dimostrati». Inizia così la discussione dell’avvocato Sara Luiu che insieme al collega Antonio Secci, Claudio Mastandrea e Speranza Benenati difende i tre imputati (Giovanni Antonio Canu, Salvatore Brundu e Gianni Manca) per il duplice omicidio di Buddusò, avvenuto il 29 aprile del 2011 e nel quale furono uccisi con una scarica di pallettoni zio e nipote: Giovanni Battista e Antonio Bacciu (di 69 e 32 anni). Scamparono all’agguato altri due fratelli della vittima più giovane: uno si finse morto accanto al cadavere dello zio, l’altro riuscì a scappare e rimase ferito a un braccio.

Durante le indagini era emerso che ci fosse dell’odio tra le famiglie Canu-Brundu-Bacciu, legato in qualche modo all’occupazione del terreno di Biderosu. La difesa non concorda su questa tesi. «Non è stato dimostrato – ha ribadito la Luiu – per quale ragione Canu avrebbe dovuto nutrire odio per la famiglia Bacciu. Nessuno, durante l’istruttoria dibattimentale, ha mai accostato il suo nome a Biderosu». E su questo aspetto è tornato anche il collega Secci: «Chi meglio di un testimone neutrale può essere considerato attendibile? Mi riferisco al sindaco di Buddusò Giovanni Satta, in ottimi rapporti con i Canu e con i Bacciu. Chiamato come teste Satta ha raccontato della telefonata che ebbe con Saverio Bacciu quattro mesi dopo il delitto». Un colloquio telefonico che era sotto intercettazione: «Chiamai io Saverio Bacciu – aveva confermato in aula Satta – e parlammo di quello che era successo. Ho fatto il sindaco per dieci anni, ero in buoni rapporti con i Bacciu e con Canu e nessuno dei due mi ha mai parlato di conflittualità reciproche». Secci ripercorre questa telefonata e aggiunge, in riferimento alla requisitoria del pm: «Se gli indizi non sono certi non si possono fare congetture perché sarebbero viziate e quindi false». I legali hanno quindi chiesto per i loro assistiti l’assoluzione. Il 24 novembre sono previste le repliche del pm e degli avvocati di parte civile Lorenzo Soro e Pasquale Ramazzotti.

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