La Nuova Sardegna

BONO. Beni ormai quasi del tutto inutilizzabili ma costati ai contribuenti 22 miliardi di lire. A tanto ammonta, come riferisce il presidente della Comunità Montana del Goceano Francesco Fois, la “voragine” prodotta nei conti dell’ente dalla realizzazione degli immobili che ora la Comunità Montana ha deciso di vendere: si tratta del centro di diffusione del prodotto artigianale a Nule e le strutture dell’ippodromo, del parco, della piscina e del depuratore nella zona termale di San Saturnino a Benetutti. Un investimento che bisogna tentare di recuperare, dice Fois, su beni che «dopo solo 25 anni dalla loro costruzione sono ormai un cumulo di macerie, fonte di soli costi e campo libero di saccheggio senza che, malgrado le denunce, si sia mai pervenuti a scoprire i colpevoli delle ruberie». Un fattore di crisi, dice Fois, che inoltre cita un’altra situazione di emergenza che in questi mesi sta interessando la Cm. E’ l’attività per la chiusura della discarica di Monte Pazza, alla quale l’ente sta provvedendo «senza però avere la disponibilità degli accantonamenti finanziari previsti nella convenzione che regolava il rapporto tra ente proprietario e gestore, mai sollecitati al medesimo prima dell’attuale momento». Una frecciatina contro una «inerzia» che l’attuale giunta sta cercando di invertire, dice Fois, che ricorda come la Cm abbia di recente «ottenuto un finanziamento regionale di 1 milione e 400 mila euro per la gestione straordinaria di tale struttura e di 450 mila euro per la gestione ordinaria volta a supplire alle deficienze tecniche ereditate, in corso di accertamento da parte dell’ autorità giudiziaria. Informo inoltre - conclude - che l’organo esecutivo ha intrapreso le procedure di gara per finalizzare i lavori». (b.m.)