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Sassari

il caso

Giornata persa a cercare l’auto, il Comune paga

di Andrea Massidda
Giornata persa a cercare l’auto, il Comune paga

Accolto il ricorso di un cittadino cui venne ingiustamente rimosso il mezzo col carro attrezzi

24 ottobre 2014
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SASSARI. I vigili urbani gli portano via l’automobile con il carro attrezzi, ma lui - certissimo di aver parcheggiato bene - fa ricorso al giudice di pace, che gli dà ragione condannando il Comune a risarcire i danni patrimoniali e non: una somma di 700 euro, quasi dieci volte l’importo pagato dal cittadino per riprendersi l’utilitaria. E questo nonostante due giorni dopo la rimozione del veicolo l’ufficio competente dell’assessorato ai Lavori pubblici abbia curiosamente fatto sostituire il cartello che autorizzava la sosta con uno che adesso invece la vieta.

Protagonista della vicenda dai contorni kafkiani - tutta documentata da fotografie - è Giovanni Salis, 36 anni, consigliere comunale a Ploaghe e attivista di Emergency, che un anno fa (precisamente alle 10.35 del 5 novembre scorso) per seguire un corso alla Camera di Commercio aveva posteggiato la sua Punto Fiat all’inizio di viale Dante, poco dopo l’incrocio con via Duca degli Abruzzi. Un parcheggio regolare, addirittura a filo di marciapiedi, stando anche al racconto di un testimone. Ma evidentemente non per la versione fornita da alcuni agenti della polizia municipale, i quali ignorando la classica segnaletica stradale con la “P” bianca su sfondo blu elettrico hanno comunque fatto portare via l’automobile forzatamente, contestando un inesistente divieto di sosta e l’intralcio alla circolazione. Così quando nel pomeriggio Salis è tornato in viale Dante la sua Punto non c’era più. Sparita nel nulla. Volatilizzata. L’unica spiegazione plausibile? Un furto. Che altro, sennò? A quel punto, come scrive l’avvocato Sabrina Mura nel ricorso accolto dal giudice, inizia per il suo assistito «un’escalation di stupore, ansia e infine angoscia». Difficile non immedesimarsi.

La scena che segue sembra tratta da un film grottesco. Recuperata la calma, infatti, Salis corre verso il comando della polizia municipale per fare la denuncia. Ma siccome è tardi gli uffici sono già chiusi al pubblico. Tuttavia nei paraggi trova due vigili urbani che gentilmente lo accompagnano dove l’auto era parcheggiata, confermandogli che lì non vi era alcun divieto di sosta ma anche consigliandogli di chiamare il deposito comunale delle auto rimosse, a Caniga, per verificare se fosse intervenuto il carro attrezzi. Partono le telefonate e dopo un po’ dalla sede dell’Atp servizi arriva la risposta. «Sissignore - dicono - in effetti la sua macchina è stata portata qua per violazione degli articoli 159 e 157 del codice della strada, e per ritirarla deve pagare 72 euro». Quando Salis rientra finalmente in possesso della vettura sono ormai le sei del pomeriggio e ha già comunicato al suo datore di lavoro, a Ploaghe, che ritarderà di tre ore. Tempo che - manco a dirlo - gli verrà decurtato in busta paga, anche se nel quantificare il risarcimento il giudice terrà conto anche di questo inconveniente.

Ce ne sarebbe abbastanza per restare allibiti, ma non è tutto. Anzi, la storia raggiunge l’incredibile quando l’autore del ricorso viene a sapere per puro caso che due giorni dopo l’ingiusta rimozione della sua auto il Comune stava sostituendo il cartello stradale che giustificava la sua protesta. Peccato che qualcuno abbia fotografato (con data certa) l’operaio in azione e abbia subito inviato a Salis lo scatto.

«È chiaro - sostiene soddisfatta l’avvocato Sabrina Mura - che la scoperta della scomparsa della propria automobile, la prospettiva del furto, la sua affannosa ricerca da un capo all’altro della città e le giustificazioni date al datore di lavoro per l’assenza hanno provocato al mio cliente un forte stress emotivo. E il giudice ne ha tenuto conto». Laconico il commento di Giovanni Salis. «Sono un consigliere comunale - dice - e ritengo che il grado di civiltà di una società si misuri anche dalla soluzione positiva di queste piccole ingiustizie quotidiane. Mi auguro che Sassari sia da esempio di rapporti trasparenti e leali tra le istituzioni e i cittadini».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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