La Nuova Sardegna

Sassari

Ardara, muro umano contro l’esproprio

Ardara, muro umano contro l’esproprio

In duecento davanti all’azienda Camboni per impedire l’esecuzione del provvedimento, poi rinviato

15 ottobre 2014
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ARDARA. Ulteriore rinvio per l’esproprio dell’azienda agricola Camboni di Ardara, che come si ricorderà era stata venduta all’asta qualche tempo fa per il mancato saldo di una vecchia rata con il Monte dei Paschi di Siena. Ieri l’ufficiale incaricato di procedere ha comunicato lo spostamento della data al 10 dicembre. Ad attendere l’esito c’erano non solo la famiglia del proprietario Gianfranco Camboni, che nell’azienda non solo lavora ma risiede, e anche un nutrito gruppo di pacifici manifestanti che si opponevano all’esecuzione del provvedimento: Movimento pastori sardi, Soberanìa, Partito comunista dei lavoratori e, per la prima volta in via ufficiale, anche la Cia, presente con un folto gruppo di iscritti ma anche con il presidente provinciale Giovanni Canu.

Duecento persone circa, quasi il doppio del presidio del 16 luglio e molte più ancora del drappello presente a giugno in occasione del primo tentativo di notifica dell’esproprio, data nella quale il movimento Soberania-Bardania aveva dichiarato l’occupazione dell’azienda a titolo simbolico proprio per sottrarla al provvedimento. Da allora a poco a poco altri movimenti si sono aggiunti alla protesta, per dimostrare sensibilità nei confronti di un problema che potrebbe capitare a chiunque. Tra i presenti anche artigiani, imprenditori, operai, cittadini e un gruppo di giovani di Arborea, paese che fu protagonista del primo importante movimento di protesta contro le aste giudiziarie in occasione del tentativo di esproprio dell’azienda Spano.

«Desidero ringraziare tutti i presenti, a cominciare dal gruppo di Arborea, per il sostegno che ci stanno danno in questa battaglia - ha detto Gianfranco Camboni - a dimostrazione del fatto che il problema degli espropri è grave e reale e sta mettendo in ginocchio tante aziende, che fanno di tutto per mettersi in regola ma vengono comunque strozzate dalle banche. Quello di ieri è stato l’ennesimo rinvio, quindi il problema è solo posticipato: continueremo a resistere». Parole di sostegno all’azienda e alle imprese agricole e non solo arriva anche dalla Cia. «Le associazioni di categoria non possono più restare sorde e zitte di fronte a questo ennesimo attacco alle aziende agricole - dicono dal direttivo provinciale - e da ora in avanti la Cia sarà sempre presente a queste pacifiche “occupazioni”. La nostra associazione di categoria intende ripartire dalla base, dando voce e sostegno alle istanze di chi ogni giorno si trova a dover combattere con burocrazia, tasse e banche, perché solo con l’unità si raggiungono risultati». (b.m.)

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