La Nuova Sardegna

Sassari

Omicidio di Banari, l’imputato in appello per il terzo processo

Omicidio di Banari, l’imputato in appello per il terzo processo

Ex minatore accusato del delitto Porcheddu nel 2007 L’uomo è stato condannato due volte in primo grado

29 settembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Tra una settimana, sette anni e mezzo dopo il delitto, tornerà a sedersi davanti ai giudici. Si aprirà lunedì prossimo in corte d’assise d’appello il processo di secondo grado a Marciano Alba, di 74 anni, l’ex minatore originario di Siliqua ma residente a Banari, accusato di avere assassinato l’ex amico Giovanni Battista Porcheddu, di 57 anni, ucciso a fucilate il 18 gennaio del 2007 nelle campagne di Banari.

Alba nel 2011 era stato condannato a diciotto anni di reclusione, ma quella emessa dalla corte d’assise presieduta dal giudice Pietro Fanile era stata la seconda sentenza di primo grado per il delitto di Banari. Due anni prima, il 2 marzo del 2009, l’imputato era stato infatti condannato a 22 anni di reclusione per lo stesso delitto dalla corte d’assise. Ma quella sentenza era stata annullata in appello per un vizio insanabile di forma: uno dei giudici popolari della corte, infatti, dopo aver saltato tre udienze durante le quali era stato sostituito da un supplente, aveva partecipato alla camera di consiglio.

Lunedì prossimo la corte d’assise d’appello dovrà ripercorrere una vicenda che nel 2007 sconvolse la comunità di Banari, dove sia la vittima sia l’imputato erano molto conosciuti. Battista Porcheddu era proprietario di un terreno limitrofo a quello di Marciano Alba. I due erano stati molto amici e compagni di caccia nella stessa compagnia, ma avevano rotto rapporti e da quel momento era cominciata una lite per motivi di confine. Battista Porcheddu era stato ucciso a colpi di fucile nel pomeriggio del 18 gennaio 2007, vicino al suo terreno, a pochi chilometri dal paese. I sospetti degli inquirenti si erano subito concentrati su Marciano Alba . L’imputato ha sempre negato di essere l’autore dell’omicidio. I giudici di primo grado erano arrivati alla conclusione di un gesto improvviso, scatenato dalla rabbia per l’ennesima discussione col vicino, con cui i rapporti erano tesi. La Corte d'assise aveva escluso le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi.

Il sostituto procuratore Paolo Piras aveva invece sollecitato la condanna dell’imputato alla pena dell’ergastolo. Marciano Alba è assistito dall’avvocato Franco Luigi Satta e assisterà al processo da uomo libero. Arrestato subito dopo il delitto, infatti, l’ex minatore era stato rimesso in libertà per decorrenza dei termini di carcerazione preventiva dopo l’annullamento della sentenza di primo grado.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative