La Nuova Sardegna

Sassari

Addio al vigile gentile che amava la gente

Addio al vigile gentile che amava la gente

Oggi a Banari l’ultimo saluto a Sebastiano Cordedda, 52 anni, volontario della Protezione civile

24 settembre 2014
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BANARI. Lo piangono tutti, familiari amici e colleghi, ma il ricordo più toccante è stato forse quello espresso a nome di tutta la comunità dall’amministrazione comunale di San Benedetto in Perillis: comune abruzzese sconvolto dal terremoto del 2009.

Per descrivere Sebastiano Cordedda basterebbero le parole usate da quegli amici lontani. Parole come «umanità, impegno, solidarietà innata» rappresentano – dice chi lo ha conosciuto – la personalità del vigile urbano cinquantaduenne deceduto all’ospedale Brotzu di Cagliari per una patologia cardiaca di cui non si conoscono ancora le cause e un viaggio della speranza che si è rivelato purtroppo inutile, in elicottero dall’ospedale di Sassari, dove si era fatto ricoverare per problemi che mai nessuno avrebbe pensato potessero portare a questo tragico esito.

La notizia della sua morte ha scosso profondamente i tanti che hanno avuto modo di conoscerlo per le sue due grandi passioni: il lavoro e l’impegno sociale nel volontariato. Passioni che Sebastiano Cordedda coltivava con quei sentimenti che, non a caso, gli amici abruzzesi da lui aiutati nei momenti difficili del post terremoto hanno voluto usare prima di salutare «l’amico di tutti che è diventato per tutti uno di noi. Perciò la popolazione lo piange come suo figlio».

Agente nel nucleo di polizia commerciale del Comune, 52 anni, da quindici anni a Olbia, ormai la sua città di adozione, ma profondamente legato al suo paese di origine dove andava appena i suoi molteplici impegni glielo consentivano, Sebastiano Cordedda oggi sarà salutato per l’ultima volta alle 16 nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo. La comunità si stringerà intorno alla compagna Grazia, ai genitori Lorenzo e Gavina, ai fratelli Franco, Annamaria, Lorenza, Giampiero (sindaco del paese).

E con loro sicuramente ci saranno i tanti colleghi e amici olbiesi, che negli anni avevano imparato a stimarlo sul lavoro e a volergli bene nella vita di tutti i giorni, lo avevano raggiunto nel capoluogo cagliaritano e attoniti avevano assistito alla sua improvvisa e inspiegabile morte, lui noto per la sua salute di ferro e il suo spirito atletico. «Un animo gentile – lo ricordano tutti – sempre sorridente, disponibile, con un carattere buono e occhi gentili. Per tutti davvero una perdita immensa».

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